L’ambasciatore israeliano presso l’Ue e la Nato, Haim Regev, ha respinto la richiesta di un’indagine internazionale sull’attacco all’ospedale Al-Ahli a Gaza, che ha causato la morte di 500 palestinesi.
“Il responsabile è Hamas e noi abbiamo mostrato le prove per quanto possibile poiché non possiamo condividere pubblicamente tutte le informazioni: spero che vi fidiate più di noi, di un Paese democratico, che di un’organizzazione terroristica”.
Ma qui sta il problema: un tweet rilasciato da Hananya Naftali, subito dopo l’attacco, il nuovo portavoce digitale israeliano, aveva dapprima riconosciuto un attacco israeliano all’ospedale di Gaza e successivamente, Naftali aveva eliminato il tweet rigettando l’accusa su Hamas, sostenendo che era avvenuta una misteriosa esplosione e attribuendola ad Hamas. Questo cambiamento repentino nella versione dei fatti solleva dubbi sull’onestà, la trasparenza e l’accuratezza delle informazioni fornite dalle autorità israeliane in merito all’attacco all’ospedale.
In questo scenario, è cruciale fare piena luce sulla reale dinamica dell’incidente, e la decisione di Regev di respingere un’indagine solleva profonde preoccupazioni sulla trasparenza e la verità riguardo a questo tragico episodio.
secondo le notizie diffuse da emittenti non allineate al potere,
il missile che ha colpito l’ospedale di Gaza era di origine americana.
Israele prima affermava che all’interno dell’ospedale c’erano
terroristi (una giustificazione campata per aria) poi che il missile
era partito per sbaglio……..
fidarsi significa una sola versione dei fatti, qui ne abbiamo fin troppe.
Inclusa la censura galoppante…..