Spesso ripetiamo frasi attribuite ad Albert Einstein, alcune delle quali sono completamente inventate. Ecco una raccolta dei falsi più famosi.
Durante la quarantena, avremmo potuto riflettere sulla diffusione della creatività attraverso il digitale, magari ripetendo il concetto che
“la creatività è contagiosa, trasmettila”.
Allo stesso tempo, potremmo aver affrontato in modo più oscuro il tema, ricordandoci che
“Temo il giorno in cui la tecnologia supererà la nostra umanità: il mondo sarà allora popolato da una generazione di idioti”.
Tuttavia, entrambe le citazioni si rivelano false e non possono essere attribuite ad Einstein.
Spesso ci illudiamo di essere al riparo dall’epidemia di citazioni false alimentate dai social media, ma la verità è che questa tendenza si diffonde da molto prima. Albert Einstein, che ha espresso le sue opinioni su una vasta gamma di argomenti, è uno dei bersagli più frequenti di questa tendenza.
Una delle citazioni fasulle più note attribuite allo scienziato è
“Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”.
Le api svolgono un ruolo cruciale come impollinatori, e purtroppo la loro popolazione è in declino in alcune zone. Tuttavia, non esistono prove che fisici illustri abbiano mai espresso un pensiero simile. L’attribuzione erronea a Einstein risale al 1941, ma l’affermazione dei quattro anni come termine ultimo è comparsa solo nel 1965.
Una leggenda metropolitana molto diffusa racconta di un professore ateo che fa una domanda sadica ai suoi studenti:
“Se Dio esiste, da dove proviene il male?”. Un brillante studente, nella versione più famosa di questa storia, risponde logicamente che il male è semplicemente l’assenza di bene e si manifesta quando Dio non è presente nei cuori degli uomini. Questo studente viene spesso identificato come Albert Einstein. Tuttavia, non ci sono testimonianze che Einstein abbia mai affrontato un professore ateo in questo modo, e anche senza il suo nome attaccato, la storia rimane una leggenda metropolitana.
Un decalogo contro il coronavirus pubblicato sul Sole 24 Ore inizia con la famosa citazione:
“Einstein diceva che solo due cose, con certezza, sono infinite: l’universo e la stupidità umana”.
Tuttavia, secondo The Ultimate Quotable Einstein (2013), questa frase non è di Einstein. Quote Investigator sostiene che la citazione sia stata attribuita ad Einstein a partire dai libri dello psicanalista Fritz Perls, che avrebbe affermato di averne parlato con lui. Tuttavia, nelle prime versioni di questi testi, la citazione sembra essere attribuita a un grande astronomo e non esplicitamente ad Einstein. Le battute sull’infinita stupidità circolavano in forma scritta già un secolo prima. Infatti, Alexandre Dumas avrebbe detto già nel 1865 che “il genio ha dei limiti, la stupidità no”.
Un altro esempio di citazione erroneamente attribuita ad Einstein è:
“Tutti siamo dei geni. Ma se giudichi un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi su un albero, vivrà tutta la vita pensando di essere stupido.”
Questa attribuzione ad Einstein è relativamente recente, risale al 2004 quando appare per la prima volta in un libro di auto-aiuto. Tuttavia, il concetto sottostante esisteva da molto tempo, specialmente nel contesto educativo.
Citare Albert Einstein è popolare e genera ammirazione, ma molte citazioni sono errate o false. Nonostante le false citazioni, il suo nome attira l’attenzione e le persone si affidano a lui per conferire credibilità alle loro idee.
In un aforisma autentico per un amico non nominato, Einstein ha scritto nel 1930: “Per punirmi del mio disprezzo per l’autorità, il Destino ha fatto di me un’autorità”.