Dio non è lontano. È lì, accanto a chi soffre, a chi viene calpestato, a chi grida nel buio e non viene ascoltato. È nelle lacrime delle madri che stringono i corpi senza vita dei loro bambini, nei sospiri degli anziani che hanno perso tutto, nelle mani tremanti di chi scava tra le macerie della propria casa, cercando un frammento di memoria. Dio è con i dimenticati, con gli emarginati, con chi è stato privato persino del diritto di esistere.
La Palestina non è solo una terra, è una ferita aperta nel cuore dell’umanità. Ogni pietra di Gaza, ogni ulivo sradicato, ogni strada sbarrata racconta una storia di resistenza. Non è solo una disputa su confini o territori: è la lotta disperata di un popolo che rifiuta di scomparire. È il grido di chi, dopo decenni di occupazione, violenza e umiliazione, ancora trova la forza di alzarsi ogni mattina, nonostante tutto. Nonostante le bombe, nonostante i checkpoint, nonostante le prigioni senza giustizia, nonostante i figli sepolti prima del tempo.
Israele, con la sua macchina di guerra e oppressione, ha trasformato la Palestina in una gigantesca prigione a cielo aperto. Un apartheid spietata, dove i palestinesi vivono come fantasmi nella propria terra, respinti, cacciati, uccisi. Case demolite, acqua rubata, speranze soffocate. E il mondo guarda, a volte sussurra, ma troppo spesso volta le spalle. Quante volte ancora dovranno morire bambini innocenti prima che qualcuno dica basta? Quante madri dovranno seppellire i propri figli? Quante generazioni cresceranno tra i muri del rancore e della disperazione?
La Palestina è il simbolo di ogni ingiustizia, di ogni resistenza, di ogni lacrima mai asciugata. Ogni bambino nato sotto le bombe, ogni giovane che alza una bandiera strappata, ogni nonno che racconta ai nipoti di una terra che un giorno fu libera, sono un atto di amore contro l’odio. Sono la prova che, anche nell’oscurità più profonda, la luce della dignità non si spegne.
Questa non è solo una lotta palestinese. È una lotta per l’umanità intera. Perché finché un popolo sarà oppresso, nessuno di noi potrà davvero dirsi libero. Finché una madre palestinese piangerà suo figlio, anche il cielo piangerà con lei. E Dio, il Dio degli ultimi, degli umiliati, dei resistenti, continuerà a stare dalla loro parte.
Il vero popolo di Dio oggi è rappresentato dai palestinesi, perché Dio si schiera sempre con gli oppressi e mai con gli oppressori.
