Nel bel mezzo della prima ondata dell’epidemia di Covid-19, nella primavera del 2020, il governo ha autorizzato l’uso di farmaci palliativi che di solito erano vietati. “Pièces à conviction” ha raccolto le testimonianze dei caregiver indignati da questa decisione.
Nel marzo 2020, la Covid-19 ha colpito le case di riposo che erano impotenti di fronte alla virulenza dell’epidemia. Centinaia di anziani sono morti nelle case di riposo, spesso per insufficienza respiratoria, a volte con grande dolore.
Per alleviare questa sofferenza, il 29 marzo il governo ha autorizzato per decreto l’uso di farmaci per le cure palliative. Tra questi, il Rivotril, solitamente vietato nella medicina di città e nell’Ehpad. Esso poteva essere prescritto in caso di difficoltà di approvvigionamento del Midazolam, il sedativo raccomandato “come trattamento di prima linea” dall’Autorità nazionale francese per la salute dal 10 febbraio 2020 e il cui uso era esploso in quel periodo. Questa deroga mirava a migliorare il comfort dei pazienti, a volte in difficoltà respiratoria acuta, ma non significava interrompere le cure.
A Buzançais, nella regione dell’Indre, l’Ehpad pubblico di Saint-Roch ha accettato di aprire le sue porte a un’équipe di “Pièces à conviction”. In sei settimane, la struttura ha perso venti dei suoi residenti. Qui, due pazienti in fin di vita hanno ricevuto iniezioni di Midazolam. Le loro famiglie sono state informate. Ma piuttosto che porre fine alle loro sofferenze, gli assistenti avrebbero preferito potersi occupare meglio degli anziani con il Covid-19.
“Quando abbiamo ricevuto queste direttive, siamo rimasti scioccati”, racconta Sandra Rotureau, dirigente sanitario, “al pensiero che agli anziani non venisse data alcuna possibilità di uscire da questa situazione. Quando una persona anziana non viene ricoverata [per mancanza di posti letto] e poi viene proposta la sedazione non appena presenta una difficoltà respiratoria… la mia prima reazione, che ricordo, è stata: ci viene chiesto di praticare l’eutanasia passiva sui nostri residenti”.
Altrove, rispetto a Buzançais, un medico di una casa di riposo pubblica condivide, con il volto nascosto, “una sensazione di orrore”.
Pur sentendo di non avere “il diritto di prescrivere nulla che possa curare le persone se sono state colpite”, le è “permesso di farle andare via… con delicatezza”.
“Si è posto fine alle sofferenze delle persone. Io la chiamo eutanasia”, continua, estremamente scioccata. È insopportabile che abbiano osato chiederci di addormentare i nostri pazienti per farli morire più in fretta.
Estratto da “Covid-19: cosa succede veramente nell’Ehpad?”, un’inchiesta che visibile in “Pièces à conviction” il 18 novembre 2020 alle 21.05.
considerare a posteriori di essere stati usati per eliminare con delicatezza
i pazienti deboli ed indifesi, non deve essere piacevole . I sensi di colpa
vengono dopo e la vita diventa un incubo per i vaccinatori ignari di che
bolliva in pentola. Francia od Italia, è uguale.