Nuovo schiaffo da parte di un regolatore internazionale nei confronti di Meta, colosso americano dei social media controllato da Mark Zuckerberg che possiede Facebook. Stavolta a colpire è stata l’autorità irlandese per la protezione dei dati, la quale ha decretato una multa da 265 milioni di euro per il mancato rispetto da parte della major delle norme Ue sulla tutela dei dati individuali degli utenti di Facebook.
Il verdetto – come riportano i media online di Dublino e quelli britannici – è il frutto d’una indagine avviata fin dall’aprile del 2021, dopo la denuncia sul furto e la diffusione dei dati personali di circa mezzo miliardo di persone nel mondo attraverso un sito di hacker.
L’intervento dell’autority irlandese si deve al fatto che Meta ha un suo quartier generale europeo proprio nella Repubblica d’Irlanda, Paese in cui le condizioni fiscali e legali restano vantaggiose per i giganti dell’hi tech e le multinazionali in genere.
Meta da parte sua si è riservata di esaminare “attentamente” il provvedimento formalizzato oggi a Dublino, non senza rivendicare di avere nel frattempo rivisto e migliorato i propri meccanismi di tutela dei dati degli utenti.
“Proteggere la privacy e la sicurezza dei dati delle persone – ha sottolineato un portavoce dell’azienda, in una nota – è fondamentale per il nostro lavoro.
Per questo motivo abbiamo collaborato attivamente con l’Autorità Garante irlandese (Dpc – Data protection commission) su questa importante tematica. Nel periodo a cui si fa riferimento, abbiamo apportato modifiche ai nostri sistemi, tra cui l’eliminazione della possibilità di effettuare lo scraping delle nostre funzionalità utilizzando numeri di telefono.
Lo scraping non autorizzato di dati è inaccettabile e contrario alle nostre regole; continueremo a collaborare con i nostri partner per affrontare questa sfida di settore”.
“Stiamo esaminando attentamente questa decisione”, ha poi concluso il portavoce in riferimento al verdetto dell’autority irlandese.