La fase di test è iniziata sull’A35 Brebemi‐Aleatica: attraverso bobine poste sotto l’asfalto di corsie dedicate e un ricevitore a bordo, le auto elettriche si ricaricano in movimento
Ricaricare la propria vettura elettrica in movimento senza doversi necessariamente fermare ad attaccare la spina presto potrebbe diventare la normalità.
In passato vi avevamo già raccontato di un’azienda tedesca che ha brevettato un asfalto in grado di ricaricare i veicoli elettrici tramite delle bobine installate sotto la sede stradale e sul veicolo. Guarda nella stessa direzione anche il progetto italiano “Arena del Futuro”, annunciato a maggio 2021 e attualmente in fase di sperimentazione sull’Autostrada A35 Brebemi‐Aleatica, in collaborazione con partner come ABB, Electreon, FIAMM Energy Technology, IVECO, IVECO Bus, Mapei, Pizzarotti, Politecnico di Milano, Prysmian, Stellantis, TIM, Università Roma Tre e Università di Parma.
Qui si testa il sistema di ricarica a induzione che attraverso corsie dediacate permette ai veicoli elettrici di ricaricarsi in movimento. La presentazione è avvenuta a Chiari, in provincia di Brescia, alla presenza del presidente di A35 Brebemi, Francesco Bettoni e dei partner che partecipano al programma che mira a creare un innovativo sistema di mobilità delle persone e delle merci a zero emissioni lungo corridoi di trasporto autostradali.
Come funziona la tecnologia Dwpt
La tecnologia, chiamata Dynamic Wireless Power Transfer (abbreviato in Dwpt), funziona grazie a delle bobine poste sotto l’asfalto che, al passaggio dei veicoli dotati di un apposito ricevitore, trasferiscono l’energia dall’infrastruttura stradale al motore elettrico. In tal modo i conducenti di auto elettriche ricavano un vantaggio in termini di carica della batteria e aumento dell’autonomia del proprio veicolo, potendo beneficiare anche di servizi di pagamento integrati. L’impiego di tecnologie avanzate come il 5G e l’AI avranno un ruolo fondamentale nello scambio di informazioni tra veicolo e piattaforme di gestione, e ciò dovrebbe tradursi anche in un aumento della sicurezza stradale e dei flussi di traffico.
Chissà se lo hanno testato durante i temporali con i fulmini?
Io intanto mi prenoto un posto sul cavalcavia…
Di quanti metri salterà in aria il prossimo Pandino elettrico?
Si accettano scommesse…
L’idea, teoricamente, è interessante, più che altro sarebbero da valutare costi ed efficienza del sistema. E spero che qualcuno lo faccia, prima di buttarci centinaia di miliardi.
Inoltre, se riusciranno a realizzare le batterie al grafene, più efficienti e con tempi di ricarica molto veloci, preferirei queste ed essere completamente svincolato da percorsi prestabiliti ed elevati costi di pedaggio.
Staremo a vedere…
Quello che non capisco (o per meglio dire capisco, ma lascio perdere) è perché volerci integrare il 5G e l’IA (quando smetteranno di preoccuparsi della nostra sicurezza e salute, mi sentirò tanto ma tanto più tranquillo).
Veramente interessante: tutte le strade col manto stradale rotto le isolano?
O ci metteranno una vita distratti a contare le mazzette per guardare altrove?
Alla gente comune non interessa una mazza dell’auto elettrica, chiedetevi quanto costa un pieno di energia e quanto costa comprarne una.
Poi andate a guardarvi l’estratto conto di quello che vi resta, se vi basta per le bollette e per mangiare siete fortunati.
Campi elettrici così alti non faranno male? con tutto sto casino per spostarsi?… mi sà che è meglio tornare al cavallo