Nel 1752 su Limone sul Garda nacque una persona con una mutazione genetica che da allora protegge i discendenti di una famiglia da ictus e infarto. Scienziati provenienti da ogni Paese hanno studiato il caso scoprendo che 38 discendenti con questa mutazione unica al mondo, avevano nel sangue, una strana proteina, questa proteina aveva la capacità di legare i grassi più rapidamente e di liberarsi di loro con maggiore velocità del normale, in parole povere non correvano il rischio di diventare arteriosclerotici, tanto meno di beccarsi un infarto. L’ èquipe di medici che individuò la proteina, classificata “A1 Milano” o apoproteina, battezzata “spazzina” registrarono il brevetto che fu poi venduto ad una azienda farmaceutica PFIZER PER 1 MILIARDO DI DOLLARI che lo pose in un cassetto dove giace tutt’ora.
SCOPERTA A LIMONE LA PROTEINA MAGICA CHE ALLUNGA LA VITA
Ferroviere a Milano, Valerio Dagnoli, 53 anni, non avrebbe mai immaginato di passare alla storia per il suo sangue. Aveva lasciato Limone, un paese arroccato tra il lago e gli ulivi quasi sulla punta settentrionale del Garda, per trovare lavoro. E a Milano, nel 1979, si è fatto ricoverare al Niguarda per delle analisi. Ha il colesterolo alto, avevano diagnosticato i medici; c’ è il rischio di un infarto. Dopo altre analisi, la scoperta. Il sistema cardiovascolare del Dagnoli, che all’ epoca aveva 47 anni, era uguale a quello di un giovane. E, nel sangue, aveva una strana proteina: una proteina che ha la capacità di legare i grassi più rapidamente e di liberarsi di loro con maggiore velocità del normale. Il Dagnoli insomma non correva rischi di diventare arteriosclerotico, tanto meno di beccarsi un infarto.
E ben presto l’ èquipe di medici che individuò la proteina, ora classificata “A1 Milano” o apoproteina, e battezzata “spazzina” per la sua capacità di pulire il sangue dai grassi, scoprì che era una caratteristica degli abitanti di Limone. Che fosse un paese tranquillo, dove il cemento non è riuscito a snaturare l’ ambiente, ideale per una vacanza, è un fatto notorio e lo confermano le schiere di turisti che ogni anno scendono dal Nord; ma nessuno pensava che Limone allungasse addirittura la vita.
Tutto è cominciato tre secoli fa, attorno al 1600: primi portatori di apoproteina una coppia di contadini che l’ hanno poi trasmessa per otto generazioni. E’ quella che in termini scientifici si chiama mutazione, insomma un incidente genetico. L’ albero genealogico dell’ apoproteina ha battuto in biologia il record di grandezza di quello della regina Vittoria relativo all’ emofilia. A favorirne la trasmissione (ma qui si entra nel campo dell’ ipotesi) è la storia di Limone, paese fuori dalle grandi vie di comunicazione e il suo clima reso mite dalla presenza del lago.
Di portatori di apoproteina ne sono stati trovati circa duecento tra i poco più di novecento abitanti del centro del lago. A studiare il fenomeno si sono messi anche gli americani. I figli di Dagnoli sono andati negli Stati Uniti per sottoporsi ad altre analisi. Adesso si cerca di riprodurre l’ apoproteina in laboratorio e le premesse sembrano buone. Un futuro senza arteriosclerotici? Per studiare gli effetti della “A1 Milano” sulla longevità degli abitanti di Limone è scesa in campo anche la Nato, non quella degli armamenti, ma la Nato Sciense, il dipartimento dell’ alleanza atlantica che opera nel campo della ricerche tecnologiche e scientifiche. In collaborazione con il Comune di Limone ha organizzato e finanziato un congresso in programma dal 31 marzo al 3 aprile sul Garda. Interverranno 35 scienziati di tutto il mondo, dalla Danimarca, alla Francia agli Stati Uniti, per fare il punto sulle ricerche condotte sugli abitanti del centro gardesano e su altre mutazioni genetiche. I professori Cesare Sirtori, Walter Gualandri e Guido Franceschini, l’ èquipe dei ricercatori che ha scoperto l’ apoproteina e ha continuato gli studi, terranno le relazioni introduttive. E a Limone si parla anche da tempo della possibilità di istituire un centro permanente internazionale per la ricerca scientifica sull’ onda della scoperta della “A1 Milano”.
Il brevetto sulla purificazione della proteina fu venduto a una AZIENDA FARMACEUTICA americana, che ne realizzò un farmaco efficace nella riduzione delle placche aterosclerotiche nelle cavie animali. Tuttavia questo farmaco non entrò mai in commercio per “cause ufficiali di eccessivo costo”, anche se è opinione diffusa che a bloccarne la sperimentazione siano state case farmaceutiche producenti medicine contro l’ipercolesterolemia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Apo_A-1_Milano
https://www.nature.com/articles/s41598-020-65255-y
Utopia bella e buona.Vengono in Italia,comperano attività’ e ricerche, ma non per ingrandire il Paese ma impoverirlo. Licenziano i dipendenti e se ne vanno.Dubito che interessi allungarci la vita anzi il contrario.vedi farmaci testati anti covid spariti dalle farmacie e sostituiti da quelli haime’ noti.