Grosseto. «Diteci di cosa è morto il nostro Gianluca». I familiari di Gianluca Picchi il commercialista e insegnante morto il 9 marzo scorso a 51 anni, mentre era alla guida della sua Panda in città, si sono rivolti alla magistratura con un esposto. Nel quale hanno anche segnalato che l’uomo era stato vaccinato poche settimane prima, intorno alla metà di febbraio. Se ci sia un nesso tra l’iniezione e il decesso dovrà accertarlo l’autopsia. Ai familiari di Picchi interessa sapere, se mai sarà possibile, se c’è una relazione tra il malore accusato quella mattina alla guida e la somministrazione di AstraZeneca. O comunque quale sia stata la ragione della morte.
Stava percorrendo la strada che ogni giorno faceva per andare a lavorare. Quando il suo cuore non ha più retto. E’ morto così, Gianluca Picchi, 51 anni, professore di diritto ed economia politica all’istituto “Fossombroni” di Grosseto.
La sua auto, una Panda, stava procedendo in via Pietro Aldi ieri mattina, quando, all’altezza della rotatoria con via Caravaggio è uscita di strada. Picchi, che aveva accusato un malore, è sceso dall’auto ma si è accasciato subito al suolo. I passanti hanno chiamato i soccorsi ma tutti i tentativi di rianimarlo da parte dei medici del 118, sono stati vani. Picchi abitava con i genitori anziani a Principina Terra, non era sposato e non aveva figli. Sul posto, oltre che al 118, è arrivata anche la Croce rossa di Castiglione della Pescaia e di Grosseto. Per i rilievi invece ci ha pensato la Polizia municipale. La sua grande passione era la scuola e i suoi studenti. Soprattutto il “Fossombroni”, l’istituto che lo aveva visto crescere come studente e uomo prima che ci tornasse come insegnante. Amato per la sua professionalità e dedizione, che in pratica era tutta la sua vita.