“a soli 31 anni ed incinta di un bambino, la Ferida fu uccisa dai partigiani all’Ippodromo di San Siro a Milano assieme a Valenti il 30 aprile 1945, con l’accusa di collaborazionismo e in particolare per aver torturato alcuni partigiani imprigionati a Villa Triste, a Milano, sede della banda Koch.
L’accusa si dimostrò infondata al vaglio di prove e testimonianze, e lo stesso Vero Marozin, capo della Brigata partigiana responsabile della sua morte, ebbe a dichiarare, nel corso del procedimento penale a suo carico per quell’episodio:
«La Ferida non aveva fatto niente, veramente niente».
I due attori, infatti, pagarono ingiustamente con la vita la loro notorietà associata al regime fascista, ma non avevano alcuna responsabilità penale che potesse giustificarne la fucilazione per collaborazionismo.
Sembra ormai accertato, sulla base delle dichiarazioni rese da Vero Marozin in sede processuale (“Quel giorno – 30 aprile 1945 – Pertini mi telefonò tre volte dicendomi: “Fucilali, e non perdere tempo!”) che il futuro Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini abbia avuto pesanti responsabilità morali nell’uccisione della Ferida e di Valenti (v.”Odissea Partigiana” di Vero Marozin – 1966 – “Luisa Ferida, Osvaldo Valenti – ascesa e caduta di due stelle del cinema” di Odoardo Reggiani – Spirali 2001).
Pertini, oltretutto, si rifiutò di leggere il memoriale difensivo che Valenti aveva elaborato durante i giorni di prigionia, nel quale erano contenuti i nomi dei testimoni che avrebbero potuto scagionare i due attori da ogni accusa. La casa milanese di Valenti e della Ferida venne svaligiata pochi giorni dopo la loro uccisione. Fu rubato un autentico tesoro, di cui si perse ogni traccia”.
La prima proposta di celebrare Luisa Ferida, attrice controversa e famosa al tempo del fascismo, Massimiliano Mazzanti, consigliere comunale di Alleanza Nazionale, la fece due estati fa. Ci fu subito una levata di scudi, a cominciare dallo storico Carlo Ginzburg. Oggi, con il patrocino del Comune di Bologna, assessorato alla Cultura, si arriva a celebrare questa figura molto discussa, legata ad un’ altra stella del tempo, Osvaldo Valenti, attore e militante della X Mas. Insieme furono uccisi a Milano il 30 aprile del ’45, accusati di essere stati torturatori di partigiani e vicini alla brigata Koch. Il convegno si tiene stasera (ore 20.30) al Baraccano. All’ entrata, una quarantina di foto per ricordare chi era la Ferida. Poi, dopo la proiezione di spezzoni di film, ne parleranno lo stesso Mazzanti, il critico cinematografico Maurizio Cabona, Paolo Pillitteri, ex sindaco socialista di Milano, docente di storia del cinema, e il regista Pasquale Squitieri. Insieme a loro Odoardo Reggiani che proprio due anni fa pubblicò il libro «Luisa Ferida, Osvaldo Valenti. Ascesa e caduta di due stelle del cinema» in cui si accusava l’ ex presidente Sandro Pertini di avere ordinato la fucilazione dei due.
«Bologna si ricorda così per la prima volta – ha detto Mazzanti – che qui, novanta anni fa, è nata una signora che all’ anagrafe si chiamava Luisa Monfrini e che catalizzò l’ attenzione del pubblico cinematografico italiano dalla metà degli anni Trenta ai primi anni Quaranta».
La Ferida, così ribattezzata dal regista Blasetti, nacque in via Orfeo 17, dove ora Mazzanti propone di mettere anche una targa in memoria. Si riabilita così la stella del cinema, vittima di una «damnatio memoriae», sostiene Mazzanti, «dovuta al fatto che si doveva coprire uno sporco affare e stendere un velo pietoso sulle responsabilità di colui che sarebbe diventato un padre della patria, ovvero Pertini».
Protagonista di una decina di pellicole, tra cui «La corona di ferro» con Gino Cervi, Massimo Girotti, Rina Morelli, paolo Stoppa e lo stesso Valenti, e «La cena delle beffe», con Amedeo Nazzari e Valentina Cortese, la Ferida si legò a Valenti, con lui ebbe un figlio, Kim, morto nel ’44 poco dopo la nascita. Insieme a lui fu arrestata dai partigiani nei giorni dopo la Liberazione.
A poco servì il memoriale che i due scrissero nella notte del 29 aprile ’45. Gli stessi partigiani, sostiene Mazzanti, erano perplessi circa la loro uccisione, ma Pertini, a cui lo scritto fu sottoposto, «non lo lesse nemmeno e ordinò la fucilazione». Altre le prove che il consigliere di An porta a favore dell’ innocenza dell’ attrice.
«La Brigata Koch – dice – operò per poco più di un mese e per gran parte di quel tempo la Ferida risulta ricoverata in ospedale». Quindi prosegue: «Dei 600 che passarono per Villa Fossati, la ‘Villa Triste’ , solo un centinaio secondo alcune ricerche denunciò torture e solo uno morì, di malattia, mesi dopo in un lager tedesco. è possibile che la vera torturatrice fosse un’ attricetta amante di Pietro Koch a lei somigliante».
Oggi, allora, la riabilitazione. La Cineteca di Bologna in passato aveva organizzato rassegne sul cinema di quegli anni, ma senza mai dedicarne una alla diva bolognese. Anzi, anche Giuseppe Bertolucci, presidente della Cineteca, e l’ ex direttore Vittorio Boarini furono tra i principali oppositori alla proposta di celebrarli allora, «dichiarando così il livore – sostiene Mazzanti – con cui interpretano il loro ruolo culturale».
I PARTIGIANI “SALVATORI DELLA PATRIA” TUTTI GRAZIATI PERCHÉ RISPONDEVANO AD ORDINI SUPERIORI DEL CLN. CHE FACEVA CAPO A SANDRO PERTINI
1) A***** ANTENORE, nato il 28-6-1920 a Ponzo (Padova), attualmente in Francia; partigiano “Tenore”;
2) C***** UMBERTO MICHELE, nato a Crespadoro il 10-10-1925, ivi residente; partigiano “Penna”;
3) C***** ILIO, nato a Monteforte d’Alpone il 20 ottobre 1923, deceduto il 24-4¬1945; partigiano “Fido”;
4) C***** PELLEGRINO, nato a Vestenan uova il 16 agosto 1922, deceduto il 17-10- 1952; partigiano “Barba”;
5) D***** RINO, nato a Padova, deceduto 1’1-12-1944; partigiano “Ciccio”;
6) F***** GIUSEPPE, nato a Valdagno il 6-6-1918, deceduto il 19-4-1944; partigiano “Ivo”;
7) M*****ANGELO, nato a Brogliano il 28-8-1915 e deceduto il 5-5-1945; partigiano “Finto’;
8) I***** LUIGI, nato a Brogliano il 22-11-1917, e residente a Valdagno; partigiano “Tigre”;
9) N***** ANTONIO, nato a Chiampo il 4-1-1922, ed ivi residente; partigiano “Bandiera”
10) P***** LUCIANO PIETRO, nato a Trissino il 30-1-1925, residente a Brogliano; partigiano;
11) T***** GIOVANNI FRANCESCO, nato a Valdagno il 9 marzo 1923, deceduto il 13-9¬1947; partigiano “Poker”;
12) MAROZIN GIUSEPPE, nato ad Arzignano il 18-9-1915, residente a Milano, Via Randaccio, 7; partigiano “Vero”;
13) S*****MASSIMO, nato a Vicenza il 16-3-1921, ivi residente in Via Milano, 64; partigiano “Reno”;
14) D***** GIULIO, nato a Monteforte d’Alpone il 13 settembre 1921, ivi residente; partigiano “Rondine”;
15) T***** GIOVANNI, partigiano “Nane”, non meglio identificato;
16) V***** CESARE, nato ad Arzignano il 10-1-1891, deceduto il 9-7-1951; partigiano “Papà”;
17) B***** ALDO, nato a S. Michele Extra di Verona 1’8-12-1921, deceduto il 2-9¬1944; partigiano “Avio”;
18) C*****ARDINEO, nato a Correzzo il 19-1-1920, deceduto 1’8-12-1944; partigiano “Danton”;
19) T***** BRUNO, nato a Monteviale il 12-2-1924, residente a Vicenza strada Cattane, 22; partigiano “Vito”;
20) D*****AURELIO, partigiano “D’Artagnan”; non meglio identificato;
21) N*****PARIDE ANNUNZIO, nato a Roncà il 6-5-1923; partigiano “Orso”;
22) P***** LUIGI, nato a Roncà 1’8-1-1923;
23) z***** ERCOLE, nato a Cerea il 3-2-1917, residente a Mantova, Via Conci¬liazione, 67; partigiano “Ventin”;
24) M***** SERGIO, nato a Verona il 18-6-1921, ed ivi residente Via Zeviani di S. Mi¬chele Extra; partigiano “Uccello”;
25) C*****ATTILIO, deceduto il 4-5-1945; partigiano “Lingia”;
26) M*****, partigiano “Italo”; nato l’ I I giugno 1923 a Boscochiesanuova e residente a Milano;
27) Partigiano “Kiki”; non meglio identificato;
28) Partigiano “Forno”; non meglio identificato;
29) R***** ENRICO, partigiano “Raffica”; non meglio identificato;
30) Partigiano “Ercole”; non meglio identificato;
31) Partigiano “Auto”; non meglio identificato;
32) G***** FRANCESCO, residente a Verona, Via Duomo, 15; partigiano “Casca”; nato il 6-9-1927 a Verona;
16) C***** ADELINO, residente a Vestenanuova; partigiano “Billi”;
17) P***** GIUSEPPE, residente a Verona, Via Bettalari, 78; partigiano “Fulmine”;
18) C***** GIUSEPPE, residente a Arzignano, Via Padre Giuliani; partigiano “Am¬leto”; nato il 15-1-1924 ad Altissimo;
19) B*****GINO, residente ad Arzignano, Via Costa; nato il 30-12-1923 ad Ar¬zignano;
20) B*****TARCISIO, residente ad Arzignano, Via Costa; nato il 27-10-1920 ad Arzignano;
21) Z*****BORTOLO, residente a Bolca di Vestenanuova; nato il 21-1-1921 a Vestenanuova;
22) F***** RENZO, residente a Chiampo; nato il 13-3-1924 e deceduto in Belgio per in¬fortunio sul lavoro;
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Imputati
1) T***** – F***** – A***** – F*****- MAROZIN:
di concorso in rapina aggravata, reato p. e p. dagli artt. 110, 628 cpv. n. I C.P., per essersi, agendo in concorso tra loro, in più persone e travisate, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, impossessati della somma di Lire 250.000 che sottraevano in danno di Nuvolari Giacomo, mediante minaccia con armi, in Valdagno il 19-4-1944;
2) MAROZIN – I***** – A***** – M*****- T***** ed altri:
di concorso in omicidio, reato p.e p. dagli artt. 1 IO, 575 C.P. per avere, agendo in concorso tra loro, cagionato, mediante fucilazione la morte di F***** Giuseppe “Ivo”, in Durlo di Crespadoro il 19-4-1944;
3) MAROZIN – D***** -T*****- C*****- S*****- D*****-T***** – V***** – B***** – M*****:
a) di concorso in omicidio, reato p. e p. dagli arti 110, 575 C.P. per avere, agendo in concorso tra loro, cagionato la morte di V***** Lino detto “Treno” in Campo d’Albero di Crespadoro l’1-8-1944;
b) di concorso in omicidio, reato p. e p. dagli artt. 110, 575 C.P. per avere, agendo in concorso tra loro, cagionato la morte di S***** Bernardo detto “Volpe” in Campo d’Albero di Crespadoro, 1’1-8-194 4;
4) MAROZIN – D***** – C***** – C*****:
di concorso in omicidio, reato p. e p. dagli artt. 110, 575 C.P. per avere, agendo in concorso tra loro, cagionato mediante fucilazione la morte di P***** Adriano detto “Nane” in Durlo di Crespadoro il 5-7-1944;
5) MAROZIN – C***** – P*****, ed altri rimasti sconosciuti:
di concorso in omicidio, reato p. e p. dagli artt, 110, 575 C.P. per avere, in Durlo di Crespadoro il 27-4-1944, cagionato, mediante pugnalate la morte di F***** Tiberio;
6) MAROZIN – I***** – C***** UMBERTO – P***** – N*****:
di concorso in omicidio, reato p. e p. dagli artt. 1 10, 575 C.P. per avere, agendo in con¬corso tra loro, cagionato,sparandogli un colpo di pistola alla nuca in località Caussi di Altissimo il 29-6-1944 la morte di V***** D***** P***** V*****;
7) MAROZIN – C***** – A***** – T***** ed altri rimasti sconosciuti:
di concorso in omicidio, reato p.e p. dagli artt. Il O, 575 C.P. per avere, il 2-9-1944, in quel di Crespadoro, cagionato mediante fucilazione, la morte di B***** Aldo, detto “Avio”;
8) MAROZIN:
di peculato, reato p. e p. dall’art.314 C.P. per essersi quale Pubblico Ufficiale essendo Comandante di una formazione Partigiana, appropriato o comunque per avere distratto a profitto proprio, in quel di Chiampo nell’agosto 1944, la somma di Lire 1.000.000 ottenuta da un lancio e della quale aveva il possesso per ragioni del predetto suo ufficio;
9) MAROZIN, ed altri rimasti ignoti:
di rapina aggravata continuata, reato p. e p. dagli artt. 110, cpv. 81, 628 cpv. I C.P., per essersi, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, agendo in concorso tra loro, in più persone riunite, impossessati, al fine di procurarsi un ingiusto profitto mediante minaccia commessa con arma, in quel di Nogarole (Vicenza) nell’agosto 1944, di generi vari in danno di M***** Giuseppe, D***** Clemente, C***** Girolamo, M***** Augusto, C***** Carlo, C***** Pietro, R***** Gio¬vanni, M***** Valentino, M***** Domenico, M***** Luigia, M***** Carlo, R***** Domenico e F***** Agostino;
10) MAROZIN – T***** – D*****AURELIO – z***** E***** – M***** – M**** – N****** – P*****:
di concorso in omicidio, reato p. e p. dagli ant. 110,575 C.P. per avere, agendo in con¬corso tra loro, cagionato, mediante lo sparo di tre colpi di pistola alla testa, la morte di M***** Gilberto detto “Mila” in quel di Nogarole Vic. il 28-8-1944;
11) MAROZIN – N*****- P***** – M*****:
di concorso in duplice omicidio, reato p. e p. dagli artt. 110, 575 C.P., per avere, agendo in concorso tra loro, cagionato, mediante fucilazione, la morte di D***** Oreste detto “Russo” e certo partigiano “Tito” non meglio identificato in quel di Roncà in un giorno imprecisato del giugno o luglio 1944;
12) MAROZIN – z*****:
di concorso in duplice omicidio, reato p. e p. dagli artt. 110, 575 C.P. per avere, agen¬do in concorso tra loro, cagionato la morte di due Ufficiali Polacchi militanti nelle formazioni partigiane, in quel di Selva di Progno verso la finedel mese di luglio 1944;
13) MAROZIN – M*****:
di concorso in omicidio, reato p. e p. dagli artt. 110, 575 C.P. per avere, agendo in concorso tra loro, cagionato in quel di Selva di Trissino il 2 agosto 1944 la morte di C***** Otello;
14) MAROZIN – C***** – z***** ed altri:
di concorso in omicidio, reato p. e p. dagli artt. 110, 575 C.P. per avere, agendo in concorso tra loro, cagionato in quel di Zermeghedo il 21-6-1944, la morte di G***** Paolino detto “Lepre”;
15) MAROZIN ed altri rimasti sconosciuti:
di concorso in omicidio, reato p. e p. dagli artt. 110, 575 C.P. per avere, agendo in concorso tra loro, cagionato in contrada Anselmi di Selva di Progno il 24-7-1944, la morte del partigiano di nazionalità bulgara “Zambo” o “Giorgio”;
16) MAROZIN ed altri rimasti sconosciuti:
di furto pluriaggravato, reato p. e p. dagli artt. 110, 624, 625n. 1, 2, 3, 5 C.P. per es¬sersi, agendo in concorso tra loro in più di tre persone, impossessati, in quel di Selva di Progno nella notte tra il 29 e il 30 luglio 1944 al fine di trarne profitto di vari effetti di vestiario e di generi alimentari per un valore imprecisato, sottraendo il tutto a Z***** Albina, dopo essersi introdotti armati nella di lei abitazione previa rottura dei vetri delle finestre e forzature delle porte;
17) MAROZIN ed altri rimasti sconosciuti:
a) di concorso in triplice omicidio, reato p. e p. dagli articoli 110, 81 cpv. 575 C.P., per avere, agendo in concorso tra loro, con più azioni esecutive del medesimo dise¬gno criminoso, cagionato, con raffiche di mitra, la morte di V***** Roberto, P***** Arturo e G***** Adele, in quel di Durlo di Crespadoro il 30 luglio 1944;
b) di concorso in rapina aggravata continuata, reato p. e p. dagli artt. 81 cpv. 110, 628 cpv. 1 C.P., per essersi, nelle predette circostanze di tempo e di luogo, agendo in concorso tra loro, in più di tre persone e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso impossessati, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, mediante minaccia con armi, di oggetti vari di vestiario per il valore complessivo di allora di circa Lire 743.000 di danno di V***** Roberto, e di generi alimentari per il valore complessivo di allora di circa Lire 5.000 in danno di G***** Adele;
18) MAROZIN ed altri rimasti sconosciuti:
a) di concorso in rapina aggravata, reato p. e p. dagli articoli 110, 628 cpv. n. 1 C.P., per essersi, agendo in concorso tra loro, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, impossessati della somma di lire 18.000 circa, che sottraevano in danno dell’esattore di Crespadoro, mediante minaccia con armi, in Crespadoro in un giorno im¬precisato del febbraio-marzo 1944;
b) di concorso in omicidio volontario continuato, reato p. e p. dagli ara. 81 cpv. I 10, 575 C.P., per avere, in concorso tra loro, con più azioni esecutive del medesimo disegno crim inoso, cagionato, mediante fucilazione, la morte di alcune persone fra le quali è stato solo identificato C***** Ernesto, in Crespadoro nel marzo 1944;
c) di concorso in omicidio volontario continuato, reato p. e p. dagli artt. 81 cpv. 110, 575 C.P., per avere, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, agendo in concorso tra loro, cagionato mediante fucilazione, la morte di G***** Luigi e Z***** Giuseppina, in Durlo di Crespadoro nel marzo 1944;
d) di concorso in omicidio volontario continuato, reato p. e p. dagli artt. 81 cpv. 110, 575 C.P., per avere, agendo in concorso tra loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, cagionato, mediante fucilazione, la morte di sei militi della g.n.r. rimasti sconosciuti, in Crespadoro il 7-6-1944;
19) MAROZIN -T***** – C*****- M*****- R***** – M***** – A***** – “KIKI” “FORNO” – “ERCOLE” – G***** – “AUTO”:
a) di concorso in tentato omicidio p. e p. dagli ara. 56, 110, 575 C.P., per avere, il 4-5¬1945 in quel di Arzignano, compiuto, in concorso ad altri rimasti sconosciuti, in conflitto con patrioti, atti idonei diretti in modo non, equivoco a cagionare la morte di I***** Luigi, non riuscendo nell’intento per circostanze indipendenti dallo loro volontà, e provocandogli delle ferite guarite in giorni sessanta;
b) di concorso in tentato omicidio, reato p. e p. dagli artt. 56,110, 575, C.P., per ave¬re, nelle medesime circostanze di cui alla lettera a), in concorso ad altri in conflitto con patrioti, compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la mor¬te di C***** Adelino, non riuscendo nello intento per circostanze indipendenti dalla loro volontà;
c) di concorso in lesioni volontarie continuate, reato p. e p. dagli artt. 10, 81 cpv., 582 C.P., per avere nelle medesime circostanze, in concorso ad altri, cagionato a B***** Luigi lesione personale guarita in giorni trenta, a S***** Teresa, lesione personale guarita in giorni quindici, a M***** Francesco, lesione personale guarita in giorni dodici, a F***** Antonio, lesione personale guarita in giorni quindici, a V***** Giuseppina, lesione personale guarita in giorni quindici, a D***** Marcello, lesione personale guarita in giorni dieci, a B***** Gino, lesioni personali guarite in giorni otto, e D***** Gino, lesioni personali guarite in giorni otto;
20) I***** – C*****ADELINO – C***** GIUSEPPE – B*****GINO – B*****T*****- Z*****B*****:
a) di concorso in omicidio volontario continuato, per avere tra loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, cagionato, il 4-5-1945 in quel di Arzignano, la morte di M*****Angelo (“Finto”) e di C*****Attilio (“Lingia”);
b) di concorso in tentato omicidio, reato p_ e p. dagli artt. 110, 575 C.P., per avere nelle predette circostanze, agendo in concorso tra loro, compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di Marozin Giuseppe e non riuscendo nell’intento per circostanze indipendenti dalla loro volontà;
c) di concorso in lesioni volontarie continuate, reato p. e p. dagli arti 81 cpv. 110,562, C.P., per avere, nelle medesime circostanze, in concorso tra loro, cagionato a Guarienti Francesco lesioni personali guarite in giorni sessanta.
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Letta la requisitoria del P.M. che ha concluso chiedendo:
I) il prosciogliemento di Marozin Giuseppe in ordineal reato di cui la n. VIII) per non aver commesso il fatto;
2) il proscioglimento di C*****, C*****, D*****, F*****, M*****, T*****, V*****, Bertelli, C*****, C***** e F*****, per essere i reati loro rispettivamente ascritti in rubrica estinti per morte dei rei;
3) il proscioglimento di Marozin, A*****, S*****, D*****, C***** Umberto, P*****, N*****, T*****, Z*****, M*****, N***** e P***** in ordine ai reati loro ascritti ai n. 1, 7, e 9-18 del capo di imputazione, per essere estinti per l’AMNISTIA di che al D.P. 17-11-1945 n. 719;
4) il proscioglimento di Marozin, M*****, A*****, G*****, I*****, C*****, C***** Giuseppe, B***** Gino, B***** Tarcisio, Z***** Bortolo per i reati di cui ai n.19 e 20 della rubrica per essere estinti per la AMNISTIA di che al D.P. 11-7-1959 n. 460 art. I lett. a;
5) non doversi procedere a carico degli imputati di cui numeri 15, 20, 27, 28, 29,30, 31 e 34 per essere rimasti ignoti.
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Visti gli art.378C.P.P.-150-151 C.P.- 890 C.P.P. D.P.17-11-1945 n.719 D.P.R.11- 7-1951 n. 450.
Sulle conformi conclusioni del P.M. dichiara chiusa la formale istruzione:
dichiara non doversi procedere nei confronti di C***** Ilio, C***** Pellegrino, D***** Rino, F***** Giuseppe, M***** Angelo, T***** Giovanni Francesco, V***** Cesare, B***** Aldo, C***** Ardineo, C***** Attilio e F***** Rehzo in ordine ai reati loro rispettivamente ascritti in epigrafe, per essere gli stessi estinti per morte dei rei;
dichiara non doversi procedere nei confronti di Marozin Giuseppe in ordine ai reati di cui al n. sub 8) e 15) del capo di imputazione, per non aver commesso i fatti;
dichiara non doversi procedere nei confronti di Marozin Giuseppe, A***** Antenore, S***** Marino, D***** Giulio, C***** Umberto, P***** Luciano Pietro, N***** Antonio, T***** Bruno, M***** Sergio, N***** Paride e P***** Luigi in ordine ai reati loro rispettivamente ascritti ai numeri da 1)a 7)e da 9) a 18) del capo di imputazione, per essere gli stessi estinti per AMNISTIA di che al D.P. 17-11-1945 n. 719;
dichiara non doversi procedere nei confronti di Z***** Ercole in ordine ai reati di che ai n. 10 e 12 del capo di imputazione per essere gli stessi estinti ai sensi del succitato Decreto di AMNISTIA ed in ordine al reato di che al n. 15 del capo di imputazione, perché l’azione penale non può essere esercitata per inammissibilità di un secondo giudizio;
dichiara
non doversi procedere nei confronti di Marozin Giuseppe, M***** F*****, A***** A*****, G***** Francesco, I***** Luigi, C***** Adelino, C***** Giuseppe, B***** Gino, B***** Tarcisio e Z***** Bortolo in ordine ai reati di cui al n. 19 e 20 della rubrica per essere gli stessi estinti per l’ AMNISTIA di che al D.P. 11-7-1951 n. 460 art. 1 lett. a);
dichiara non doversi procedere nei confronti degli imputati di cui ai n.15,20,27,28,29,30,31 e 34 per essere rimasti gli stessi ignoti
Con l’art. 1 lett. a del D.P.R. 11-7-1959 n. 460 è stata, pertanto, concessa amnistia per tutti i reati politici commessi nel periodo dal 25 luglio 1943 al 18 giugno 1946, facendo riferimento per la determinazione del concetto di delitto politico all’art. 8 C.P., nel quale, con ampia portata, si ritiene delitto politico anche quello comune determinato in tutto o in parte da motivi politici, cosicché devono essere esclusi soltanto i delitti comuni, compiuti solo in occasione di esso, anzi con l’aggravante di aver profittato del dramma nazionale ai propri fini.
Molti dei fatti ascritti al Marozin ed ai suoi dipendenti essendo commessi per necessità di lotta contro il fascismo, rientravano in precedenti provvedimenti di clemenza; senonché non si è ritenuto di pronunciare la relativa declaratoria, per poter tenere sempre unite tutte le denunce per una più esatta valutazione di tutti i fatti ed in particolare dell’episodio di Arzignano.
Da parte del Marozin veniva in tal modo messo in vigore il cosiddetto “Codice Statuto” che si basava su cinque punti fondamentali:
1) non rubare;
2) non tradire;
3) non disertare;
4) non addormentarsi in servizio di guardia;
5) non ubriacarsi:
e che prevedeva per ogni singola infrazione un’unica pena: quella di morte, mediante la celebrazione di un sommario processo da parte di un Tribunale partigiano, di volta in volta formato. Il Marozin nell’applicazione di tale rigido e severo codice, si dimostrò senza alcuna umanità e di una severità eccessivamente esagerata, poiché egli stesso riteneva che non si potesse tollerare mancanza alcuna per l’onore stesso dei patrioti e per la sicurezza dei reparti.
P.Q.M.
Visti gli artt.378C.P.P.-150-151 C.P.- 890C.P.P. D.P.17-11-1945 n.719 D.P.R.11- 7-1951 n. 450.
Sulle conformi conclusioni del P.M.
dichiara chiusa la formale istruzione:
dichiara
non doversi procedere nei confronti di Chiarotto Ilio, Colanesi Pellegrino, De Momi Ri¬no, Faccin Giuseppe, Massignan Angelo, Turra Giovanni Francesco, Veronese Cesare, Bertelli Aldo, Ceoloni Ardineo, Coffele Attilio e Florio Refizo in ordine ai reati loro ri¬spettivamente ascritti in epigrafe, per essere gli stessi estinti per morte dei rei;
dichiara
non doversi procedere nei confronti di Marozin Giuseppe in ordine ai reati di cui al n. sub 8) e 15) del capo di imputazione, per non aver commesso i fatti;
dichiara
non doversi procedere nei confronti di Marozin Giuseppe, Antemi Antenore, Sperotti Marino, De Megni Giulio, Cavaliere Umberto, Pozza Luciano Pietro, Nardi Antonio, Tessari Bruno, Menin Sergio, Negretto Paride e Perazzolo Luigi in ordine ai reati loro rispettivamente ascritti ai numeri da 1)a 7)e da 9) a 18) del capo di imputazione, per essere gli stessi estinti per amnistia di che al D.P. 17-11-1945 n. 719;
dichiara
non doversi procedere nei confronti di Zavanella Ercole in ordine ai reati di che ai n. 10 e 12 del capo di impata7ione per essere gli stessi estinti ai sensi del succitato Decreto di amnistia ed in ordine al reato di che al n. 15 del capo di imputazione, perché l’azione penale non può essere esercitata per inammissibilità di un secondo giudizio;
dichiara
non doversi procedere nei confronti di Marozin Giuseppe, Melotti Focione, Antemi Antenore, Guarienti Francesco, Intelvi Luigi, Cattazzo Adelino, Cavaliere Giuseppe, Baldisserotto Gino, Baldiserotto Tarcisio e Zanderigo Bortolo in ordine ai reati di cui al n.19 e 20 della rubrica per essere gli stessi estinti per l’amnistia di che al D.P. 11-7-1951 n. 460 art. I lett. a); già esistente inimicizia per profondi contrasti politici.
Dalla esperita istruttoria e soprattutto dall’ampia documentazione raccolta e dalle deposizioni degli innumerevoli testi escussi sono emerse prove sufficienti di reità a carico di ciascun imputato in ordine ai reati rispettivamente loro ascritti, cosicché anche se qualcuno di essi ha negato la sua partecipazione a qualche episodio in questione, il suo diniego non ha alcun valore, poiché è smentito dalle precise, ulteriori ed ineccepibili risultanze processuali.
Il loro comportamento, perciò, assai ingiustificato depone, per ovvie considerazioni, non certamente a loro favore e offre il fianco a critiche non del tutto benevole.
Molti dei protagonisti dell’attività partigiana del Marozin hanno pagato col sangue il loro eroico attaccamento alla causa del movimento partigiano e nei loro confronti deve essere in conseguenza dichiarata l’estinzione dei reati ascritti.
P.Q.M.
Visti gli artt.378C.P.P.-150-151 C.P.- 890 C.P.P. D.P.17-11-1945 n.719 D.P.R.11- 7-1951 n. 450.
Sulle conformi conclusioni del P.M.
dichiara
chiusa la formale istruzione:
dichiara
non doversi procedere nei confronti di Chiarotto Ilio, Colanesi Pellegrino, De Momi Ri¬no, Faccin Giuseppe, Massignan Angelo, Turra Giovanni Francesco, Veronese Cesare, Bertelli Aldo, Ceoloni Ardineo, Coffele Attilio e Florio Renzo in ordine ai reati loro rispettivamente ascritti in epigrafe, per essere gli stessi estinti per morte dei rei;
dichiara
non doversi procedere nei confronti di Marozin Giuseppe in ordine ai reati di cui al n. sub 8) e 15) del capo di imputazione, per non aver commesso i fatti;
dichiara
non doversi procedere nei confronti di Marozin Giuseppe, Antemi Antenore, Sperotti Marino, De Megni Giulio, Cavaliere Umberto, Pozza Luciano Pietro, Nardi Antonio, Tessari Bruno, Menin Sergio, Negretto Paride e Perazzolo Luigi in ordine ai reati loro ri¬spettivamente ascritti ai numeri da 1)a 7)e da 9) a 18) del capo di imputazione, per essere gli stessi estinti per amnistia di che al D.P. 17-11-1945 n. 719;
dichiara
non doversi procedere nei confronti di Zavanella Ercole in ordine ai reati di che ai n. 10 e 12 del capo di imputazione per essere gli stessi estinti ai sensi del succitato Decreto di amnistia ed in ordine al reato di che al n. 15 del capo di imputazione, perché l’azione penale non può essere esercitata per inammissibilità di un secondo giudizio;
dichiara
non doversi procedere nei confronti di Marozin Giuseppe, Melotti Focione, Antemi Antenore, Guarienti Francesco, Intelvi Luigi, Cattazzo Adelino, Cavaliere Giuseppe, Baldisserotto Gino, Baldiserotto Tarcisio e Zanderigo Bortolo in ordine ai reati di cui al n. 19 e 20 della rubrica per essere gli stessi estinti per l’amnistia di che al D.P. 11-7-1951 n. 460 art. 1 lett. a);
dichiara
non doversi procedere nei confronti degli imputati di cui ai n.15,20,27,28,29,30,31 e 34 per essere rimasti gli stessi ignoti.
Vicenza, 30-6-1960
Il Giudice Istruttore F.to Dott. F. Canilli
Il Cancelliere
F.to Rainaldi
Depositato in cancelleria addì 30 giugno 1960.
Il Cancelliere F.to L. Rainaldi
Visto: Venezia 3-7-60 il sost. proc. gen. Dr. Lorenzo Vimegotto.
Non impugnata dal P.G.
Vicenza, 16 luglio 1960 – Il Cancelliere F.to Rainaldi
Pertini mi faceva schifo anche prima di sapere queste cose…