Secondo le più recenti stime delle Nazioni Unite, l’umanità è destinata a crescere in modo vertiginoso: da 7,6 miliardi nel 2020 fino a sfiorare gli 11,2 miliardi entro il 2100. Ma ciò che davvero scuote le fondamenta dell’ordine globale non è solo il numero, è dove questo numero crescerà.
Il cuore pulsante dell’umanità si sposterà a Sud. L’Africa, oggi con circa 1,3 miliardi di abitanti, vedrà la sua popolazione triplicare, toccando quasi 4,4 miliardi nel 2100. Una persona su tre nel mondo sarà africana. Una nuova generazione, giovane e dinamica, trasformerà il volto delle metropoli del continente, che esploderanno in un’espansione urbana mai vista, riscrivendo il destino socio-economico del pianeta.
E l’Europa? Il “vecchio continente”, un tempo centro della civiltà, dell’arte, del pensiero, scivolerà lentamente nell’irrilevanza demografica. Dai 738 milioni di abitanti registrati nel 2015, si prevede che si passerà a poco più di 646 milioni entro il 2100. In un mondo affollato e in continuo fermento, l’Europa rappresenterà appena il 6-7% della popolazione globale, popolata in gran parte da persone di origini meticce.
Nel 2100, su 10 persone che cammineranno sul pianeta, almeno 4 saranno africane, ma solo una sarà europea. Una presenza ormai marginale, quasi invisibile. Un’eco lontana di un passato glorioso.
L’uomo bianco, simbolo di un’epoca in cui l’Europa dominava, conquistava, imponeva modelli e valori al resto del mondo, sarà una figura irrilevante. Le sue città, si trasformeranno: lingue straniere e volti nuovi popoleranno le strade, culture lontane si fonderanno in un mosaico identitario meticcio, irriconoscibile da ciò che è stato.
Un cambiamento epocale incombe. Non solo per la crescita africana, ma anche per l’aumento esponenziale dei flussi migratori. Milioni di persone, busseranno alle porte dell’Europa in cerca di un futuro. E non sarà più una migrazione come quelle che abbiamo conosciuto finora: sarà un esodo. Un flusso umano senza precedenti, che metterà alla prova le fondamenta delle nostre società, le nostre istituzioni, la nostra identità.
Nel frattempo, il vecchio continente invecchia. Le sue culle sono vuote, le sue strade silenziose, i suoi paesi sempre più spopolati. La natalità crolla, la forza lavoro diminuisce, le società si contraggono. Mentre altri popoli si moltiplicano, avanzano, premono alle frontiere, l’Europa appare come una fortezza stanca, assediata dalle politiche distruttive di una classe politica incompetente e fallimentare.
A guidarne il declino non è il destino, ma una classe politica svuotata di ideali, prigioniera degli interessi finanziari, genuflessa davanti al dio denaro. Uomini e donne di potere che hanno svenduto il futuro dei loro popoli in cambio di vantaggi immediati, inchinandosi al mercato, disinteressati al bene comune.
Non è l’immigrazione a minacciare l’Europa: è l’avidità di chi l’amministra a consumarla dall’interno, lentamente, inesorabilmente.
La Storia, però, non si ferma. Non aspetta nessuno. E quando il XXI secolo sarà ormai al tramonto, l’Europa come la conosciamo potrebbe essere solo una memoria sbiadita, un capitolo da manuale.
Una nuova era sta per iniziare. Una trasformazione radicale e irreversibile è in atto. Nulla sarà più come prima. Né le città, né le lingue, né i volti.

il Nuovo Ordine mondiale si sta perfezionando con la complicità di chi
ci governa.