A Berlino, in Germania, un “plotone di polizia” ha fermato un bambino che portava una bandiera palestinese, trattandolo come se fosse una minaccia per la sicurezza pubblica.
A Berlino, la polizia ha intercettato e inseguito con una forza sproporzionata un bambino colpevole soltanto di portare la bandiera palestinese, trattandolo come una minaccia pubblica. Questo non è un semplice episodio isolato, ma l’ennesimo segnale di un’Europa sempre più complice della repressione della solidarietà con la Palestina, mentre Israele perpetra un genocidio sotto gli occhi del mondo.
Mentre i massacri a Gaza proseguono — con migliaia di morti, bambini sepolti sotto le macerie e intere famiglie cancellate — l’Occidente risponde criminalizzando chi osa denunciare l’orrore. Un minore con una bandiera non è un pericolo: il vero pericolo è il silenzio complice di chi, invece di fermare il massacro, perseguita chi lo condanna.
L’Europa, che si vanta di essere paladina dei diritti umani, sta dimostrando di preferire la censura alla giustizia. Se un simbolo di resistenza pacifica viene trattato come un crimine, significa che la libertà di espressione vale solo quando non disturba il potere.
Non possiamo permettere che la solidarietà venga criminalizzata. Ogni bandiera palestinese sequestrata, ogni manifestante arrestato, ogni bambino umiliato è un passo verso l’abisso dell’ingiustizia che vogliono farci accettare! Resistere NON è un reato, è un dovere! Il vero crimine è il genocidio che continua indisturbato.