L’Ultima Cena è uno degli eventi più sacri del cristianesimo, e come ogni evento sacro che si rispetti, ha lasciato dietro di sé una scia di reliquie improbabili, molte delle quali moltiplicate in modo miracoloso e sparse in mezza Europa e venerate con fervore nonostante la loro dubbia autenticità.
In questo articolo, esamineremo senza peli sulla lingua le principali reliquie legate all’Ultima Cena, la loro storia, e dove sono conservate oggi.
1 – Il Santo Graal (o meglio, i Santi Graal)
Che cos’è?
Il Graal è, secondo la tradizione, il calice usato da Gesù nell’Ultima Cena. Secondo un’altra leggenda, sarebbe anche il recipiente usato da Giuseppe d’Arimatea per raccogliere il sangue di Cristo ai piedi della croce.
Cosa dice la storia?
In realtà, nei Vangeli non c’è alcuna indicazione che questo calice sia stato conservato. La leggenda si diffonde nel Medioevo, soprattutto grazie ai racconti cavallereschi (vedi: Parsifal, re Artù e compagnia). Risultato? Decine di chiese europee iniziano a dire: “Ce l’abbiamo noi!”.

- Cattedrale di Valencia, Spagna: La “coppa del Santo Calice” è conservata nella Cattedrale di Valencia ed è venera come il Santo Graal.
- Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo, Genova: Conserva il “Sacro Catino”, un piatto esagonale in vetro verde, ritenuto da alcuni il Graal, ma successivamente identificato come un manufatto islamico del IX secolo.
- Monastero di Santa María de O’Cebreiro, Spagna: Esiste una coppa che viene venerata come il Santo Graal.
- Basilica di San Isidoro (León, Spagna) – Custodisce il “Cálice de Doña Urraca”, un altro contendente medievale.
- Cappella di Nuestra Señora del Pilar (Zaragoza, Spagna) – Alcune tradizioni locali associano un calice al Graal.
- Abbazia di Glastonbury (Inghilterra) – Secondo la leggenda arturiana, Giuseppe d’Arimatea portò qui il Graal.
- Altre località: Reclamano il possesso del Graal anche vari siti in Francia, come il Castello di Gisors e il Castello di Montségur.
Se tutte queste reliquie fossero autentiche, Gesù avrebbe avuto a disposizione un intero servizio di calici durante l’Ultima Cena.
2 – Il Coltello dell’Ultima Cena
Cos’è?
Un coltello. Semplice. Secondo la leggenda, sarebbe stato usato da Gesù o dagli apostoli per tagliare il pane o l’agnello pasquale.
Cosa dice la storia?
I Vangeli non lo menzionano affatto. Ma nel Medioevo si pensò: “Beh, se c’era il cibo, ci sarà stato anche un coltello, no?”. E voilà: un nuovo pezzo da aggiungere alla collezione delle reliquie.

- Museo del Duomo di Monza, Italia: Conserva un coltello bizantino del VI secolo, parte del tesoro della Regina Teodolinda, attribuito all’Ultima Cena.
- Basilica di San Pietro (Roma) – Menzionato in alcune fonti, ma non è una reliquia molto nota.
- Chiesa di Sant’Ambrogio (Milano) – Alcune cronache medievali citano un coltello legato all’Ultima Cena.
Perché accontentarsi di un banale coltello del I secolo quando potresti sfoderarne uno avanti di 500 anni? Dopotutto, che sono cinque secoli per chi può moltiplicare pani e pesci?
Scherzi a parte: no, non usò un coltello del futuro… ma sarebbe stato un colpo di scena epico!
3 – La Tavola dell’Ultima Cena
Cos’è?
La tavola dove si sarebbe consumata l’ultima cena.
Cosa dice la storia?
La tavola su cui Gesù e gli apostoli avrebbero consumato l’Ultima Cena è oggetto di venerazione in diverse località. Nessun testo sacro ne parla, ma nel Medioevo si diffuse la leggenda che gli angeli l’avessero trasportata da Gerusalemme a Roma.

- Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma: Secondo la tradizione, conserva la tavola dell’Ultima Cena, costituita da due pannelli di legno di cedro, situata sopra l’altare del Santissimo Sacramento.
- Cenacolo di Gerusalemme: Il luogo tradizionale dell’Ultima Cena, ma non c’è nessuna tavola conservata nel sito
- Santa Maria ad Martyres (Pantheon, Roma) – Alcune fonti medievali citano una tavola qui.
Nessuno cenava su un tavolo di marmo nel Medio Oriente antico. E anche se l’oggetto fosse esistito davvero, difficilmente Cristo avrebbe incaricato gli angeli di trasportarlo a Roma. Immaginate la scena, Gesù, si alza e dice: “Ragazzi, sparecchiate la tavola, che va spedita a Roma.”
4 – Il Pane e il Vino dell’Ultima Cena
Cosa sarebbero?
I resti originali del pane spezzato da Gesù e del vino benedetto.
Cosa dice la storia?
Nei Vangeli si racconta del pane e del vino come simboli, ma nessuno ha mai detto che siano stati messi da parte “per ricordo”. Eppure, dal Medioevo in poi, iniziarono a circolare reliquie alimentari…

- Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma: Conserva un pezzo di pane “consacrato”, che avrebbe resistito alla decomposizione per oltre 2000 anni.
- Monastero di Santo Toribio, Spagna: Ospita un’ampolla di vino che, secondo la tradizione, non è mai evaporata.
- Abbazia di Weingarten (Germania) – Pretende di avere una goccia del sangue di Cristo (associato al vino).
La presunta incorruzione di questi alimenti sembra sfidare le leggi della fisica e della biologia, poiché il pane ammuffisce e il vino evapora. Tuttavia, evidentemente, le leggi della fisica non si applicano alle reliquie.
5 – L’Asciugamano della Lavanda dei Piedi (santo asciugatoio)
Cos’è?
Il panno con cui Gesù avrebbe asciugato i piedi agli apostoli, gesto di grande umiltà.
Cosa dice la storia?
Anche qui, nessuna fonte evangelica parla della conservazione dell’asciugamano. Ma il Medioevo non si è fatto scoraggiare: serviva una reliquia per ogni gesto sacro.

- Cattedrale di Oviedo, (Spagna): Conserva il “Sudario di Oviedo”, talvolta associato all’asciugamano della lavanda dei piedi.
- Basilica di San Pietro, (Roma, Italia): Ospita un altro panno attribuito allo stesso evento.
- Chiesa di Sant’Anastasia (Verona, Italia): Un panno di lino che si dice sia stato usato da Gesù per asciugare i piedi degli apostoli.
- Aachen (Germania): Nel Tesoro della Cattedrale di Aachen, tra le molte reliquie portate da Carlo Magno, alcuni riferimenti medievali menzionano un panno legato alla Lavanda dei Piedi
- Monastero di San Paolo (Athos, Grecia) – Alcune fonti ortodosse menzionano un panno simile.
La presenza di più asciugamani attribuiti allo stesso episodio solleva dubbi sulla loro autenticità. Perché se fosse vero, Gesù avrebbe usato un asciugamano che oggi è conservato in più posti diversi.
6 – Il Piatto dell’Ultima Cena (Il Santo Piatto o Patena)
Cos’è: Secondo la tradizione cristiana, il piatto o vassoio su cui Gesù avrebbe posato il pane durante l’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena.
Cosa dice la storia?
Come per molte delle altre reliquie, nei Vangeli non si fa alcun riferimento a un piatto conservato o particolare. Tuttavia, nel tardo Medioevo iniziarono ad apparire presunti “piatti sacri”, spesso con decorazioni bizantine o simboli cristiani aggiunti secoli dopo la morte di Gesù.

- Museo del Tesoro di San Marco, Venezia: Tra le reliquie portate dalle Crociate, si conserva un piatto in alabastro del I secolo, decorato con motivi cristiani medievali, che alcuni vollero identificare con il piatto usato da Cristo. Nessuna prova, ovviamente.
- Cattedrale di Cracovia, Polonia: Espone un piatto d’argento con iscrizioni latine che lo collegano all’Ultima Cena, ma le analisi lo datano al XIV secolo.
- Chiesa di San Giovanni, Firenze: Conserva un piatto ceramico romano con una piccola incrinatura, che secondo la leggenda si sarebbe prodotta nel momento in cui Giuda tradì Gesù.
- Cattedrale di San Lorenzo (Genova) – Un piatto di vetro verde (Sacro Catino, oggi ritenuto bizantino).
- Basilica di San Francesco (Arezzo) – Secondo alcune tradizioni.
Se considerassimo autentici tutti i piatti legati all’Ultima Cena oggi sparsi per l’Europa, potremmo tranquillamente apparecchiare per una cena di gala. Evidentemente, anche un gesto banale come usare un piatto non poteva sfuggire alla fervida immaginazione medievale.
7 – Le Sacre Lenticchie dell’Ultima Cena: la reliquia che nessuno si aspettava
Cosa sono?
Secondo una leggenda medievale, Gesù e gli apostoli avrebbero mangiato anche un piatto di lenticchie.
Cosa dice la storia?
Nei Vangeli non si trova nessun riferimento alle lenticchie. Ma nel XIII secolo un monaco tedesco scrisse che “forse c’erano, perché no?”. Da lì in poi, nacque il culto.

- Monastero di San Giovanni, Parma, Italia: Conserva un vaso di terracotta contenente “lenticchie sacre”, dichiarate autentiche nel 1456 da un vescovo che affermò di aver avuto una visione.
- Abbazia di Cluny, Francia: Espone un singolo legume come reliquia, donato da un crociato che affermò di averlo trovato a Gerusalemme.
- Chiesa di San Giacomo a Compostela, Spagna: Ospita una minestra di lenticchie disseccata in un reliquiario.
- Basilica di San Nicola (Bari) – Alcune cronache medievali citano un “piatto di legumi” legato all’Ultima Cena.
La teoria si è diffusa perché le lenticchie erano considerate un cibo povero, e alcuni cercavano di rendere l’Ultima Cena più “umile”. Nessun apostolo ha mai detto: “Ricordatevi delle mie lenticchie!”, ma questo non ha impedito che la devozione popolare si radicasse.
Tra tutte le reliquie inventate nel Medioevo, le Sacre Lenticchie sono forse la più inutile. Eppure, qualcuno le ha venerate per secoli.
Tutte queste reliquie legate all’Ultima Cena sono invenzioni create per soddisfare il bisogno umano di “possedere” qualcosa di sacro e tangibile. Non esistono prove storiche che certifichino la loro autenticità. Sono il frutto di manipolazioni medievali, pensate per alimentare la devozione popolare e per arricchire chiese e monasteri.
Ogni reliquia è un esempio lampante di come la religiosità medievale abbia sfruttato la credulità popolare per creare oggetti sacri che non avevano nessuna base nella realtà storica. Eppure, non possiamo fare a meno di notare che oggi, in un contesto di razionalità e scetticismo, nessuno crederebbe a queste storie. Ma all’epoca, nessuno osava mettere in dubbio queste credenze, spesso per paura delle ripercussioni da parte della Chiesa, che esercitava un potere enorme e temibile. Chi osava sfidare l’autorità ecclesiastica rischiava pene severe, e la paura di scomuniche o di condanne era un deterrente potente.
Queste reliquie costituiscono solo una piccola parte di un fenomeno molto più ampio e diffuso. Migliaia di oggetti sacri, dal Sudario di Torino alla Croce di Cristo, sono stati oggetto di venerazione, molti dei quali sono stati creati o modificati nel corso dei secoli per soddisfare la fame di miracoli e per legittimare il potere spirituale ed economico della Chiesa. Questi inganni, continuano a vivere nella memoria collettiva e a influenzare la fede di milioni di persone, nonostante la consapevolezza storica che li relega alla mitologia piuttosto che alla realtà.
