La questione del possibile schieramento di missili a raggio intermedio e corto (INF) è legata alle decisioni che prenderanno gli Stati Uniti, come ha affermato il viceministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergei Ryabkov, il 25 novembre.
La Russia, infatti, non esclude la possibilità che i missili possano essere dispiegati nella regione Asia-Pacifico, un’area che potrebbe essere interessata dalla nuova strategia statunitense. Ryabkov ha precisato che questa è una delle opzioni che sono state discusse in passato e che la Russia è pronta a rispondere in modo adeguato qualora gli Stati Uniti schierino questi sistemi in altre regioni del mondo.
Secondo Ryabkov, l’emergere di missili a raggio intermedio e corto da parte degli Stati Uniti in qualsiasi zona del mondo condurrà inevitabilmente a una reazione da parte della Russia. La risposta russa sarà orientata a garantire la sicurezza nazionale, adottando misure adeguate nel campo della difesa tecnico-militare, in modo da bilanciare la minaccia percepita.
Il viceministro ha anche avvertito che coloro che si oppongono alla Russia e i loro alleati non devono nutrire illusioni di sicurezza.
“È arrivato il momento in cui la persuasione, alcuni argomenti, naturalmente, possono continuare ad essere utilizzati, ma la pratica dimostra che non hanno l’effetto adeguato, quindi sono necessari mezzi più potenti, tra cui il dispiegamento di tali sistemi, da dove possono colpire gli obiettivi appropriati e agire come misura compensativa”.
Ryabkov ha infine sottolineato che la responsabilità della situazione attuale ricade esclusivamente sugli Stati Uniti. Secondo il diplomatico russo, è Washington a guidare le tensioni internazionali con le sue scelte strategiche e le sue azioni nel campo della difesa missilistica, provocando la necessità per la Russia di rispondere con contromisure che garantiscano la propria sicurezza e integrità.