Il 9 aprile 2024, la Corte di Cassazione ha annullato la radiazione dall’albo dei medici di Dario Miedico, una decisione storica che segna uno spartiacque tanto sul piano giuridico quanto deontologico. La radiazione, avvenuta nel 2017 per motivi legati a “reati di opinione“, era stata decisa dall’Ordine dei Medici di Milano durante il periodo della pandemia. In un contesto di caccia alle streghe e repressione delle opinioni divergenti, Miedico fu espulso dall’Ordine per aver sollevato dubbi sulla vaccinazione di massa. Ma ora, la Cassazione ha fatto giustizia, restituendo dignità a un uomo che aveva dedicato la sua vita alla professione medica.
La Libertà di Opinione nella Professione Medica
La sentenza della Cassazione non solo riabilita il dott. Miedico, ma mette in luce un problema più profondo: la progressiva subordinazione della deontologia medica alle esigenze della politica. Durante la pandemia, molti medici, colpevoli solo di aver espresso opinioni diverse da quelle del mainstream, sono stati radiati, ammoniti o sottoposti a misure disciplinari. Questo ha creato un clima di paura e conformismo che ha soffocato la libertà professionale.
La sentenza è destinata ad avere ripercussioni durature. Siamo di fronte a un cambiamento che impone una riflessione profonda su come la professione medica sia stata gestita durante la pandemia. Molti ordini, inclusa la Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri), hanno fallito nel proteggere l’autonomia e l’indipendenza dei medici, piegandosi a decisioni politiche che hanno messo a rischio non solo la salute pubblica, ma anche la dignità professionale dei loro iscritti.
Il “Senso di Spaesamento” dei Medici Oggi
Il concetto di “spaesamento”, introdotto dal filosofo Martin Heidegger descrive perfettamente lo stato d’animo della professione medica oggi. Molti medici, compreso lo stesso Miedico, si trovano a operare in un contesto in cui la loro coscienza è costantemente messa alla prova dalle complessità del sistema sanitario e dalle imposizioni della politica. La pandemia ha amplificato queste difficoltà, ma non è l’unica fonte di tensione. La professione medica si confronta quotidianamente con sfide etiche e giuridiche che mettono in crisi i suoi principi fondamentali, come l’indipendenza e la libertà di scelta.
Un Problema di Coscienza, non di Scienza
La radiazione di Miedico, così come quella di altri medici durante la pandemia, non è stata una questione solo di scienza, ma anche di coscienza. Molti di questi professionisti non si opponevano ai vaccini in sé, ma alla loro somministrazione indiscriminata e di massa. La loro posizione non era antiscientifica, ma piuttosto etica, radicata nella convinzione che ogni paziente debba essere trattato come un individuo, con cure personalizzate, non come un numero in una campagna vaccinale di massa.
Le dichiarazioni dell’epoca, come quella dell’allora presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi, che lodava la radiazione di medici per “comportamenti antiscientifici”, appaiono oggi miopi e autoritarie. La sentenza della Cassazione ci dice chiaramente che la coscienza medica non può essere messa da parte, nemmeno in nome di una presunta emergenza sanitaria.
La Necessità di Ridefinire la Professione
Questa vicenda solleva una questione cruciale: è arrivato il momento di ridefinire giuridicamente la professione medica. I medici non devono essere puniti per conciliare scienza e coscienza; al contrario, dovrebbero essere supportati nel farlo. La complessità del mondo moderno, e in particolare delle emergenze sanitarie come la pandemia, richiede nuove regole che permettano ai medici di operare senza il costante timore di sanzioni per aver seguito la propria coscienza.
Il caso Miedico ci insegna che il vero problema non è la scienza, ma l’incapacità di molti a comprendere le sfumature etiche e umane che ogni medico deve affrontare. La sentenza della Cassazione è un invito a ripensare profondamente la nostra visione della professione medica, e a dare ai medici lo spazio necessario per esercitare il loro lavoro con dignità, autonomia e rispetto per la complessità del mondo in cui vivono.
Un Segnale di Speranza per il Futuro
Con questa sentenza, la Cassazione ha tracciato una nuova via per il futuro della professione medica in Italia. È un segnale di speranza per tutti quei medici che, come Dario Miedico, hanno lottato per difendere la propria coscienza in tempi difficili. Ma è anche un monito per le istituzioni sanitarie: non si può più ignorare il disagio profondo che pervade la professione. La scienza deve andare di pari passo con l’etica, e la libertà di opinione deve essere garantita anche, e soprattutto, nei momenti di crisi.
Oggi, più che mai, è necessario un cambiamento di rotta. Se continuiamo a ignorare la voce dei medici e a reprimere il dissenso, rischiamo di perdere ciò che rende la medicina una professione unica: il suo profondo legame con la coscienza umana.