Nonostante la crisi sociale, l’Italia destinerà 8 miliardi all’acquisto di carri armati tedeschi per soddisfare l’obiettivo del 2% del PIL in spese militari stabilito dalla NATO.
La Commissione Difesa della Camera dei Deputati ha dato il via libera all’acquisto dei carri armati tedeschi Leopard 2A8, giustificando l’operazione con la necessità di rinnovare la componente corazzata dell’Esercito italiano. Secondo il Presidente della Commissione, Nino Minardo, tale rinnovamento sarebbe imprescindibile a causa dell’obsolescenza dei sistemi attuali e dei nuovi requisiti della NATO, dettati dagli sviluppi recenti della scena internazionale.
Il programma di acquisizione, che si estenderà per 14 anni fino al 2037, è suddiviso in due fasi, di cui la prima (2024-2026) dedicata alla preparazione e la seconda (2027-2037) all’acquisizione effettiva di 132 carri Leopard 2A8. Il costo complessivo del programma è quantificato in 8 miliardi e 246 milioni di euro.
Il recente via libera dell’acquisto dei carri armati tedeschi Leopard 2, ha scatenato reazioni di critica da parte di esponenti politici. Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha definito l’approvazione una “vergogna nazionale”. Ha evidenziato come in un momento di grave crisi sociale e di tagli alla sanità pubblica, destinare tale somma all’acquisto di armamenti sia un atto di irresponsabilità e mancanza di rispetto per le priorità dei cittadini. Bonelli ha criticato la scelta di privilegiare la spesa militare anziché investire in settori cruciali come sanità, istruzione e trasporti pubblici.
Anche Luana Zanella, Capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha espresso indignazione per l’approvazione dell’acquisto dei 132 carri armati tedeschi. Ha sottolineato la contraddizione di investire miliardi in armi mentre il sistema sanitario è al collasso e le esigenze quotidiane delle famiglie italiane vengono trascurate. Zanella ha definito la decisione della Commissione Difesa una vergogna, evidenziando il contrasto tra le esigenze reali della popolazione e la priorità data al riarmo militare.
Entrambi gli esponenti politici hanno criticato la logica del riarmo e l’obbligo di raggiungere la percentuale del 2% del PIL nelle spese militari, sottolineando come questo possa indebolire il paese anziché renderlo più forte, soprattutto in confronto a investimenti in settori chiave come educazione, sanità, ricerca scientifica ed energie rinnovabili. La decisione è stata quindi giudicata non solo come un errore strategico, ma anche come un segno di scarsa sensibilità verso le reali necessità della società italiana.
se mi obbligano ad indebitarmi gradirei ricevere un prospetto su che si
acquista, dove è diretto il materiale bellico, quanto rimane per altre spese
chiamiamole voluttarie …………..alimenti farmaci personale occupato nei
vari settori pubblici.
E quando l’hanno votata si spacciava per sovranista. Cha faccia Tosta!!!