Gli Stati Uniti non solo avevano avvertito l’Europa dell’allora imminente guerra in Ucraina ma lo avevano fatto sapere anche alla Russia. Questo perché Washington ha una talpa al Cremlino. Insomma, le notizie di prima mano degli Stati Uniti non erano propaganda americana, i segnali di un attacco del presidente russo Vladimir Putin per strappare il Donbass e Kiev e conquistare il Paese erano reali e concreti. Ma dalle nostre parti sonni sono fidati.
A raccontare quella che sembra una spie tory da Guerra Fredda è Guido Olimpi sul Corriere della sera, il quale rivela che a Mosca c’è una gola profonda pronta a spifferare ogni mossa agli americani. A metà novembre gli Usa avevano avvisato in modo diretto gli alleati sul piano di invasione mandando la direttrice della National Intelligence, Avril Haines, in Europa per spiegare. Ma viene “accolta con scetticismo”. Gli Usa mettono in campo la stampa, allora, facendo uscire un articolo del Washington Post che fornisce informazioni precise che dovrebbero far scattare un campanello d’allarme in Europa e in Russia, ovvero che la Cia ha fonti di “primo livello; è un disperato tentativo di indurre Putin a desistere” si legge.
Le talpe per loro natura sono cieche, figuriamoci quelle di regime governativo nazionale, ormai non sanno più cosa inventarsi per mettere in giro “qualcosa” che 60 anni fa veniva usata come carta igienica, tra poco accadrà di nuovo a causa della miseria autarchica provocata dal regime.