Dal 2024, gli agricoltori sono invitati a lasciare incolti i loro terreni per 20 anni in cambio di un compenso che varia da 500 a 1500 euro all’anno per ettaro non coltivato, come parte di un bando di “sviluppo rurale” approvato dalla giunta emiliana.
Il bando relativo allo “sviluppo rurale” è stato recentemente approvato dalla giunta emiliana e si inserisce nei più ampi programmi dell’Unione Europea. Dietro questa decisione regionale si cela l’obiettivo più ampio dell’agenda verde.
Come indicato sul sito ufficiale, gli obiettivi specifici del “ritiro dei seminativi dalla produzione” includono:
- Contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e al loro adattamento, riducendo le emissioni di gas serra e promuovendo il sequestro del carbonio, oltre a sostenere l’energia sostenibile.
- Favorire lo sviluppo sostenibile e una gestione efficiente delle risorse naturali, come acqua, suolo e aria, riducendo anche la dipendenza da sostanze chimiche.
- Contribuire a fermare e invertire la perdita di biodiversità, migliorare i servizi ecosistemici e preservare gli habitat e i paesaggi.
È interessante notare che nel testo non si fa menzione della parola “resilienza“, altrimenti sembrerebbe un copia-incolla diretto dall’agenda 2030. L'”Agenda 2030” si riferisce a un piano d’azione globale adottato dalle Nazioni Unite nel settembre 2015. L’agenda contiene 17 Obiettivi tra cui la povertà, uguaglianza di genere, salute e ambiente.
In sintesi, in nome della lotta alla CO2, si invita la quarta regione italiana per la produzione agricola a interrompere la sua attività. Tuttavia, sorge la domanda su quale tipo di “sviluppo rurale” stia effettivamente promuovendo l’Emilia Romagna con questa richiesta. Ci si chiede anche se la creazione di scarsità possa essere davvero considerata uno sviluppo.
Sembra che l’unica prospettiva sia quella di affidare il settore agricolo alle consuete multinazionali, comportando importazioni dall’estero e impoverendo il nostro paese. Ancora una volta, ci troviamo di fronte a una chiara incongruenza dell’agenda verde, che cerca di celarsi dietro incentivi finanziari.
C’è L’ASINO A CUI SI METTE LA CAROTA DAVANTI
C’E’ L’OMUNCOLO A CUI SI METTONO DAVANTI
SOLDI
POLTRONE
NON PENSATE AL DOMANI
NON CHIEDETEVI PERCHE’
BABBEI—–
MANGERETE SCARAFAGGI
I VOSTRI FIGLI LI AVETE TUTTI TIRATI SU
CON LA TESTA PIEGATA
A 90GRADI SUL CELLULARE
VOGLIONO LORO
DENTRO AL METAVERSO
BABBEI
BABBEI
BABBEI
MANGIATORI INUTILI
VI CONOSCONO
FANTOZZI E’ LA VOSTRA GIUSTA RAPPRESENTAZIONE
il solito far-west all’americana – sterminati gli indiani con lusinghe
mai mantenute.
Si vogliono favorire gli oligarchi e speriamo che la Russia abbia la meglio
,altrimenti andremo tutti nelle riserve. Con una passività
del genere l’italiano non ha speranze. In Francia colonne di trattori per
protesta, noi sui social a fare i conti in tasca agli altri .
Si tratta di una somma simbolica, troppo bassa per essere accettata. La verità è che l’intento genocidario va portato avanti per piccoli passi. Per adesso si manda avanti un provvedimento a cui nessuno aderirà, poi, se la Russia cade, si aggiungerà uno zero alle somme sopra menzionate, per far morire di fame la gente o per costringerla ad ingerire cibi fatti apposta per aumentare il tasso di mortalità.
Per ora il Regime è tenuto a freno da nemici esterni troppo forti: se si ci indebolisce troppo ora si rischia il peggio. Poi si vedrà.
Assolutamente niente di simbolico. Seminare un ettaro di grano implica sforzi e investimenti, con un guadagno incerto di circa 1000 euro, se va bene. Al contrario, seguendo la proposta della regione si prendono 1500 euro a ettaro senza fare nulla. Un agricoltore che ad esempio possedesse 50 ettari porterebbe a casa 75.000 euro senza dover far nulla. Nel frattempo ci si può dedicare ad altro.