Nuovi resoconti di prima mano di testimoni degli scontri di Israele con i militanti di Hamas del 7 ottobre suggeriscono che, nella disperazione di contenere l’incursione a sorpresa, le truppe israeliane abbiano sparato indiscriminatamente sui propri cittadini con armi pesanti, causando potenzialmente decine di morti israeliani a causa del cosiddetto “fuoco amico”.
Le testimonianze di testimoni oculari e di fonti israeliane, raccolte da The Grayzone, contraddicono il resoconto israeliano degli eventi che si sono svolti il 7 ottobre. Lo Stato di occupazione si è rifiutato di rivelare tutti i dettagli delle atrocità che sostiene siano state compiute da Hamas e, finora, ha rilasciato solo informazioni selettive sull’attacco.
Le affermazioni non verificate diffuse da Israele, secondo cui i militanti di Hamas avrebbero decapitato 40 bambini il 7 ottobre, sono state ampiamente respinte come propaganda che, secondo i critici, era stata concepita per raccogliere simpatie da parte di Israele per attuare una punizione collettiva contro i 2,2 milioni di abitanti di Gaza.
Tuttavia, un esame più attento degli eventi da parte di The Grayzone racconta una storia diversa: una storia in cui l’esercito israeliano stesso è responsabile di numerose morti di civili. I dettagli che emergono non solo contraddicono la versione degli eventi del governo israeliano, ma indicano che, nel caos della battaglia, l’incauto fuoco israeliano ha probabilmente provocato vittime significative tra la popolazione israeliana.
Secondo Tuval Escapa, il coordinatore della sicurezza del Kibbutz Be’eri che ha istituito una linea telefonica diretta tra i residenti e l’esercito,
I comandanti israeliani hanno preso “decisioni difficili”, tra cui “bombardare le case sui loro occupanti per eliminare i terroristi insieme agli ostaggi”.
Lo ha confermato la civile israeliana Yasmin Porat, sopravvissuta a uno stallo con ostaggi a Be’eri. La donna ha dichiarato che, durante gli intensi scontri, le forze speciali israeliane hanno “senza dubbio” ucciso tutti gli ostaggi rimasti, insieme a due militanti di Hamas che si sono arresi, utilizzando i proiettili dei carri armati e gli spari frenetici.
Porat ha ricordato come i militanti di Hamas abbiano trattato gli ostaggi “in modo molto umano”, con l’unico obiettivo di riportarli a Gaza, prima che le forze israeliane prendessero d’assalto l’edificio. Ha visto il suo compagno ancora vivo a terra prima di essere ucciso, insieme ad altri ostaggi, durante la caotica sparatoria. Altri video dall’interno dei kibbutz mostrerebbero cadaveri coperti di macerie, probabilmente a causa dei proiettili dei carri armati sparati direttamente nelle case dall’esercito israeliano.
Altre prove provengono dalla testimone Danielle Rachiel, che ha descritto di essere stata quasi uccisa dopo essere fuggita dall’attacco di Hamas al festival musicale Nova. Mentre guidava verso la salvezza, le forze di sicurezza israeliane hanno sparato direttamente contro il suo veicolo finché non ha gridato in ebraico per identificarsi come israeliana.
L’agenzia di stampa israeliana Yedioth Aharanoth afferma che
“i piloti si sono resi conto che era estremamente difficile distinguere, all’interno degli avamposti e degli insediamenti occupati, chi fosse un terrorista e chi un soldato o un civile… All’inizio il ritmo di fuoco contro le migliaia di terroristi è stato tremendo e, solo a un certo punto, i piloti hanno iniziato a rallentare gli attacchi e a selezionare attentamente gli obiettivi”.
Nel frattempo, le riprese dall’interno dei kibbutz mostrano una devastazione assoluta che ricorda i ripetuti bombardamenti di Israele su Gaza nel corso degli anni. I piloti degli elicotteri Apache hanno ammesso di aver sparato in continuazione senza avere informazioni sugli obiettivi, mentre agli equipaggi dei carri armati è stato ordinato di bombardare le case, senza tener conto degli ostaggi israeliani potenzialmente presenti all’interno.
I corpi degli israeliani scoperti sotto le macerie di una casa distrutta da una potente esplosione sarebbero stati causati dai proiettili dei carri armati. Le forze di sicurezza israeliane hanno anche aperto il fuoco su israeliani in fuga, scambiati per uomini armati di Hamas.
I critici ora ipotizzano che alcune delle foto più orribili del governo israeliano di cadaveri carbonizzati e “corpi bruciati oltre il riconoscibile” possano in realtà raffigurare vittime inflitte da Israele.
Un’immagine sospetta mostra un cassonetto pieno di corpi bruciati, che secondo alcuni potrebbero essere combattenti di Hamas morti smaltiti in questo modo. I funzionari israeliani hanno usato le immagini dei corpi carbonizzati per raccogliere la simpatia internazionale ma, come indica il rapporto, è più probabile che le orribili immagini siano di combattenti di Hamas.
L’insieme delle testimonianze indica che, nella foga della battaglia, le truppe israeliane sono probabilmente ricorse a sparare indiscriminatamente contro aree e case civili, causando un numero incalcolabile di morti israeliane evitabili.
premio Oscar per le migliori recitazioni USA / Israele.
Sta di fatto che senza questo massacro non avrebbero potuto
braccare i Palestinesi i fuga bruciandosi le simpatie altrui.