Questo studio discute come i campi elettromagnetici possano influenzare il sistema immunitario attraverso l’inibizione della calcineurina, un enzima chiave nella regolazione delle cellule T del sistema immunitario. Si suggerisce che l’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici potrebbe portare all’immunosoppressione, aumentando così il rischio di infezioni opportunistiche. Questo effetto potrebbe essere simile a quello causato dall’assunzione di farmaci immunosoppressori, che agiscono attraverso la stessa via enzimatica. Inoltre, si ipotizza che i campi elettromagnetici possano anche causare un aumento patologico del calcio intracellulare, che a sua volta porta alla produzione eccessiva di specie reattive dell’ossigeno, contribuendo ulteriormente all’inibizione della calcineurina e all’immunosoppressione. Questa ipotesi si basa su rapporti aneddotici e studi scientifici che hanno evidenziato un indebolimento del sistema immunitario in risposta all’esposizione ai campi elettromagnetici.
L’articolo scientifico intitolato “I campi elettromagnetici possono agire attraverso l’inibizione della calcineurina per sopprimere l’immunità, aumentando così il rischio di infezione opportunistica: Meccanismi d’azione concepibili.” è stato pubblicato sulla rivista scientifica Medical Hypotheses, nel 2017.
Mentre un buon numero di studi hanno dimostrato che i moderni campi elettromagnetici ambientali creati dall’uomo possono avere sia effetti stimolatori che inibitori sulla funzione del sistema immunitario, i meccanismi precisi devono ancora essere completamente chiariti.
Si ipotizza qui che, a seconda dei parametri, uno dei mezzi con cui l’esposizione a lungo termine del campo elettromagnetico abbia il potenziale per condurre alla fine all’immunosoppressione è attraverso l’inibizione a valle dell’enzima calcineurina – una fosfatasi proteica, che attiva le cellule T del sistema immunitario e può essere bloccato da agenti farmaceutici.
La calcineurina è il target di una classe di farmaci chiamati inibitori della calcineurina (ad esempio ciclosporina, pimecrolimus e tacrolimus). Quando i destinatari del trapianto di organi assumono tali prodotti farmaceutici per prevenire o sopprimere il rigetto del trapianto di organi, uno dei principali effetti collaterali è l’immunosoppressione che porta ad un aumentato rischio di infezione opportunistica: p. Es., Fungina, virale (virus di Epstein-Barr, citomegalovirus), batterica atipica (Nocardia, Infezioni da listeria, micobatteri, micoplasma) e parassiti (ad es. Toxoplasmosi).
Frequenti rapporti aneddotici, nonché una serie di studi scientifici, hanno dimostrato che le esposizioni al campo elettromagnetico possono effettivamente produrre lo stesso effetto: un sistema immunitario indebolito che porta ad un aumento delle stesse o opportune infezioni opportunistiche: cioè fungine, virali, batteriche atipiche e infezioni parassitarie.
Inoltre, numerosi studi di ricerca hanno dimostrato che i campi elettromagnetici artificiali hanno il potenziale per aprire canali di calcio dipendenti dalla tensione, che a loro volta possono produrre un aumento patologico del calcio intracellulare, portando a valle alla produzione patologica di una serie di specie reattive dell’ossigeno.
Infine, ci sono una serie di studi di ricerca che dimostrano l’inibizione della calcineurina da parte di una produzione patologica di specie reattive dell’ossigeno.
Pertanto, si ipotizza qui che le esposizioni ai campi elettromagnetici abbiano il potenziale di inibire la risposta del sistema immunitario mediante un eventuale aumento patologico nell’afflusso di calcio nel citoplasma della cellula, che induce una produzione patologica di specie reattive dell’ossigeno, che nel tempo può avere un effetto inibitorio sulla calcineurina. L’inibizione della calcineurina porta all’immunosoppressione, che a sua volta porta a un sistema immunitario indebolito e ad un aumento dell’infezione opportunistica.