Nel suo saggio “Contro il Grande Reset – Manifesto del Grande Risveglio”, Aleksandr Dugin analizza l’attuale scenario geopolitico, evidenziando la Russia come una forza capace di opporsi all’egemonia liberale e globale dell’Occidente. Secondo Dugin, la Russia potrebbe allearsi con paesi come Cina, India e parte del mondo musulmano, oltre che con movimenti populisti occidentali, per contrastare questa dominazione.
Dugin attribuisce l’origine dell’attuale situazione alla scissione medievale tra universalismo e nominalismo. Il nominalismo, che considera reali solo gli individui, avrebbe posto le basi per il liberalismo moderno, promuovendo l’abolizione delle identità collettive come religione e classe sociale. Con l’avanzare della modernità, il liberalismo ha trionfato sul fascismo e sul comunismo, portando a una società in cui l’individuo è svuotato da ogni forma di identità collettiva.
Dugin sostiene che il liberalismo contemporaneo stia entrando in una fase totalitaria, soprattutto con l’ascesa al potere di Joe Biden negli Stati Uniti, che potrebbe aumentare il rischio di conflitti globali. Egli critica inoltre l’evoluzione del liberalismo verso il transumanesimo, con l’abolizione delle differenze di genere e l’aspirazione a superare i limiti dell’umano attraverso la tecnologia.
In questo contesto, Dugin vede la Russia di Putin come un baluardo contro l’espansione del globalismo liberale, proponendo un’alleanza tra nazioni e movimenti che condividono la volontà di preservare le identità collettive e opporsi all’omologazione culturale imposta dall’Occidente.
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