I giovani di oggi sono sempre più scontenti del modo in cui gli anziani gestiscono il mondo.
Per molto tempo i Millennials (generazione dei nati tra il 1981 e il 1996) sono stati descritti come una generazione politicamente disimpegnata e apatica (“The Apathy Generation“, The Guardian, 2001). Negli ultimi anni, tuttavia, questa percezione è cambiata drasticamente. L’ascesa di movimenti di massa come Black Lives Matter, Extinction Rebellion, il movimento di Greta Thunberg e altri movimenti di protesta hanno capovolto lo scenario. C’è una crescente evidenza che i giovani adulti di oggi siano fortemente insoddisfatti dell’attuale sistema politico ed economico. Nello specifico, un numero crescente di persone rifiuta il capitalismo.
Un recente studio dell’Institute for Economic Affairs (IEA) del Regno Unito, a cura di Kristian Niemietz, sugli atteggiamenti dei giovani verso il capitalismo e il socialismo, ha rilevato che i giovani esprimono davvero in modo abbastanza coerente ostilità al capitalismo e opinioni positive su alternative socialiste. Per esempio, circa il 40% dei Millennials afferma di avere un’opinione favorevole del socialismo e una percentuale simile è d’accordo con l’affermazione che “il comunismo avrebbe potuto funzionare se fosse stato attuato meglio”.
Il capitalismo, nel frattempo, è principalmente associato a termini come “sfruttamento”, “sleale”, “ricchi” e “corporazioni”. Ne è un esempio la Great Resignation, ovvero le dimissioni volontarie da parte dei lavoratori a causa di esaurimento, cambiamenti di identità e un’avversione a tornare negli uffici dopo un anno o più in smart working. Un gran numero di persone sta realizzando che la vita è più importante del lavoro.
Certamente i giovani sono pronti a qualcosa di nuovo. Mentre fino agli anni ottanta si pensava al socialismo come un modello alternativo, oggi non sembrano esserci alternative soddisfacenti. L’unico modello alternativo è quello cinese ispirato al Beijing Consensus, che propone un capitalismo privato e un capitalismo di stato sotto il ferreo controllo di un regime autocratico: certamente un modello difficilmente adottabile nei nostri sistemi occidentali, ma che al tempo stesso pare l’unico possibile.
Il modello cinese lo applicherei a tuo figlio Ciro
Grillo che pena che mi fai.
Grillo ormai ha abbandonato la comicità per darsi inevitabilmente alla drammaturgia e ciò non sarebbe un male se non per il fatto che siamo noi coloro da cui prendere spunto, per cui in nome del suo vecchio modo di fare, mai più ripreso non se la prenderà certo a male, se la cosa che trovo migliore da fare con soggetti come lui sia di mandarlo a ffanculo, unico posto che gli si addice.
Andassero al diavolo Grillo e questi imbecilli che non hanno nozione alcuna del millennium passato e dei danni del “socialismo” Che come un virus rispunta fuori perfezionato nella sua essenza malvagia coglioni deficenti