Cacciari e il collega sganciano la bomba: «Varrà la pena ricordare il “passaporto interno” che per ogni spostamento dovevano esibire alle autorità i cittadini dell’Unione Sovietica. Quando poi un esponente politico giunge a rivolgersi a chi non si vaccina usando un gergo fascista come “li purgheremo con il green pass” c’è davvero da temere di essere già oltre ogni garanzia costituzionale».
Cacciari e Agamben utilizzano alcune argomentazioni che spesso sono utilizzate dalle persone che in questi giorni stanno manifestando in piazza contro il green pass. Soprattutto quando ricordano che «le case farmaceutiche hanno ufficialmente dichiarato che non è possibile prevedere i danni a lungo periodo del vaccino, non avendo avuto il tempo di effettuare tutti i test di genotossicità e di cancerogenicità». Ecco, allora, l’appello a non lasciarsi intimidire: «Il bisogno di discriminare – scrivono – è antico come la società, e certamente era già presente anche nella nostra, ma il renderlo oggi legge è qualcosa che la coscienza democratica non può accettare e contro cui deve subito reagire».