Dmitry Medvedev si è espresso con fermezza sulla recente escalation tra Stati Uniti e Iran, affermando che i bombardamenti americani non hanno raggiunto il loro obiettivo strategico. Secondo il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, l’Iran non solo non interromperà il proprio programma nucleare, ma ne uscirà rafforzato nella sua determinazione.
«Cosa hanno ottenuto gli americani con il loro attacco notturno su tre punti dell’Iran? L’infrastruttura critica del ciclo nucleare, a quanto pare, non è stata danneggiata o è stata danneggiata in modo insignificante», ha dichiarato Medvedev in un messaggio pubblicato sui suoi canali ufficiali.
L’attacco statunitense, condotto nella notte tra il 21 e il 22 giugno, ha preso di mira tre presunti siti militari e logistici legati al programma nucleare iraniano. Tuttavia, secondo fonti iraniane e dichiarazioni successive da Teheran, le installazioni chiave sarebbero rimaste intatte, mentre i danni avrebbero riguardato soltanto strutture secondarie o già in disuso.
Medvedev ha aggiunto che queste azioni potrebbero addirittura spingere Teheran a «rafforzare la propria indipendenza tecnologica» e ad accelerare lo sviluppo del programma nucleare nazionale, in risposta a quella che è stata definita una «provocazione occidentale».
Il Cremlino, da parte sua, ha ribadito la necessità di una soluzione diplomatica, accusando Washington di contribuire all’innalzamento della tensione in Medio Oriente.
«La pressione militare non porterà alla sicurezza della regione», ha affermato il portavoce Dmitry Peskov, invocando un ritorno alle trattative multilaterali.
Nel frattempo, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha richiesto l’accesso immediato ai siti colpiti per valutare i danni e monitorare eventuali variazioni nelle attività nucleari iraniane. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha convocato una sessione d’emergenza nelle prossime ore.
