Durante il quarto giorno consecutivo di conflitto tra Israele e Iran, le forze israeliane hanno bombardato la sede della televisione di Stato iraniana (IRIB) a Teheran. L’attacco è avvenuto mentre era in corso una trasmissione in diretta, costringendo la conduttrice Sahar Emami a fuggire dallo studio invaso da polvere e detriti. Il raid ha provocato diversi morti tra giornalisti e personale tecnico. Le trasmissioni sono state brevemente interrotte, ma sono già riprese.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha giustificato l’attacco definendo l’IRIB un “megafono della propaganda e dell’incitamento” del regime iraniano. Secondo le forze israeliane, l’edificio colpito ospitava infrastrutture militari mascherate da civili.
L’Iran ha condannato l’attacco come un “crimine di guerra” e ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di intervenire per fermare ulteriori aggressioni. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmaeil Baqaei, ha definito l’azione israeliana un “atto malvagio”.
Questo attacco segna un’escalation significativa nel conflitto, con oltre 224 morti in Iran e 24 in Israele dall’inizio delle ostilità. Le forze israeliane affermano di avere il controllo dei cieli sopra Teheran, mentre l’Iran prepara una risposta militare. Gli Stati Uniti, alleati di Israele, hanno inviato una seconda portaerei nel Mar Mediterraneo orientale, aumentando le preoccupazioni per un possibile allargamento del conflitto.
