Un’inchiesta giornalistica ha rivelato un grave caso di violazione della privacy che coinvolge i vertici dello Stato italiano e migliaia di funzionari pubblici. Al centro della vicenda, un portale di lead generation che offre l’accesso a numeri di telefono personali del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di numerosi altri esponenti istituzionali e delle forze dell’ordine. L’accesso a questi dati sensibili è possibile sia tramite un abbonamento annuale di 600 euro, sia gratuitamente per un periodo limitato.
La scoperta è stata fatta dall’informatico Andrea Mavilla, un esperto di cybersecurity con un passato in Apple, che ha immediatamente segnalato il caso alle autorità competenti. Mavilla ha denunciato la falla il 17 marzo, dopo aver riscontrato la presenza di dati riservati durante una consulenza. La polizia postale ha avviato un’indagine, mentre il Garante privacy ha aperto un’istruttoria per valutare i profili di illecito.
Il 24 marzo, Mavilla ha inviato una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, sottolineando la gravità della situazione per la sicurezza nazionale. L’esperto ha anche contattato i giornali per segnalare il caso, evidenziando come il database contenga migliaia di contatti sensibili, tra cui quelli di enti governativi e forze dell’ordine.
Il database conterrebbe numeri di telefono di migliaia di funzionari e dipendenti di vari enti e forze dell’ordine, tra cui:
- Presidenza del Consiglio – 2.125 contatti
- Ministero della Giustizia – 13.822 contatti
- Ministero dell’Interno – 4.871 contatti
- Ministero della Difesa – 11.688 contatti
- Polizia di Stato – 3.805 dipendenti
- Carabinieri – 6.301 dipendenti
- Guardia di Finanza – 6.018 dipendenti
- INPS – Agenzia governativa
- Regioni e Comuni – Vari contatti di enti locali
