Enrico Gianini, nato nel 1968, ha lavorato fino al 2018 come operatore aeroportuale presso l’aeroporto di Malpensa, occupandosi principalmente del carico e scarico degli aerei. Successivamente ha acquisito notorietà come attivista, concentrandosi in particolare sul tema della geoingegneria, che riguarda l’uso di tecniche per la manipolazione climatica e atmosferica. Gianini ha sostenuto che esisterebbero operazioni di irrorazione atmosferica tramite aerei, fenomeno che ha associato alle cosiddette “scie chimiche”, che conterrebbero metalli pesanti dannosi per l’ambiente e la salute umana, come bario, piombo e cromo.
Il suo attivismo è stato accompagnato da azioni concrete, come l’acquisizione di campioni di liquido dai tubi di scarico degli aerei e le analisi, che avrebbero rilevato la presenza di metalli pesanti nei carburanti. Sostanze che, ha spiegato, “non servono ai reattori per il volo”. Tuttavia, le sue denunce, presentate alla Procura di Busto Arsizio, non hanno mai portato a indagini da parte delle autorità.
Nel marzo 2019, Gianini è stato coinvolto in un episodio che le sconvolto la vita. Mentre era alla guida della sua vettura, un’automobile avrebbe cercato di mandarlo fuori strada. Gianini è riuscito a evitare l’incidente, ha seguito il veicolo per cercare di prendere la targa e ha allertato le forze dell’ordine. Quando la polizia è arrivata, gli agenti hanno affermato di essere stati contattati dal conducente dell’altra auto e accusavano Gianini di aver effettuato una manovra pericolosa. Successivamente, Gianini è stato perquisito, e un agente ha denunciato di essere stato colpito da Gianini, riportando una lussazione di un dito. Gianini ha sempre negato di aver toccato l’agente, ma la denuncia ha portato a un processo.
Nel processo, Gianini è stato condannato a sei mesi di reclusione per lesioni, e ha scontato 40 giorni in carcere, con il resto della pena agli arresti domiciliari.
Durante il processo, è stata disposta una perizia psichiatrica, affidata al dottor Antranik Balliant dell’ospedale psichiatrico di Gallarate, che ha dichiarato Gianini affetto da psicosi paranoide, con un “disturbo di personalità schizoide inquadrabile come disturbo delirante contraddistinto da un forte senso di persecuzione e di azione complottista”. La diagnosi ha portato il giudice a ritenere Gianini soggetto pericoloso, impedendo la concessione della sospensione condizionale della pena e applicando la misura di sicurezza della libertà vigilata, con l’obbligo di sottoporsi a cure psichiatriche.
Tuttavia, la difesa di Gianini, affidata all’avvocato Federico Lugoboni, ha presentato una perizia di parte, redatta dallo psichiatra Alessandro Meluzzi, che ha dichiarato che Gianini fosse lucido e sano di mente. Meluzzi ha contestato la diagnosi di psicosi paranoide, sostenendo che le opinioni di Gianini sulla geoingegneria fossero il frutto di una sua legittima curiosità e interesse, e non di un disturbo mentale.
Nel 2025, a seguito di una “trasgressione degli obblighi imposti” (ovvero il rifiuto di presentarsi per le visite psichiatriche temendo la somministrazione forzata di psicofarmaci e l’obbligo di firma settimanale), Gianini è stato arrestato e trasferito nella REMS (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Castiglione delle Stiviere.
La vicenda di Enrico Gianini ha suscitato preoccupazione tra i suoi sostenitori, alimentando un dibattito sul trattamento riservato a chi esprime opinioni controverse, in particolare su tematiche non condivise dalla narrativa ufficiale, come la geoingegneria e le scie chimiche. In molti temono che il suo caso rappresenti un abuso del sistema psichiatrico, utilizzato per reprimere coloro che sollevano dubbi o criticano apertamente le istituzioni e le politiche dominanti, con il rischio che diagnosi psichiatriche possano essere strumentalizzate per sopprimere voci dissidenti.
Ecco il tipico esempio di come le istituzioni cercano di reprimere la verità. Enrico Gianini, ha osato parlare della geoingegneria e delle scie chimiche, e guarda cosa gli è successo! Lo hanno mandato in una struttura psichiatrica per ‘disturbo delirante’ solo perché non condivideva la loro narrativa. La verità è che stanno cercando di sopprimere le voci dissidenti e di mantenere il loro controllo sulla popolazione. questo è un caso di persecuzione!
basta digitare “climate geoengineering”
e ce ne è da leggere fino agli anni 60.
Non chiamatele “scie chimiche” poichè, queste 2 parole
hanno portato al nulla e a quanto pare a peggio.
Se “gli umani” sono convinti che va tutto bene,
a questo punto ognuno pensi alla sua anima.
Chi ha un anima se la vedrà con l’Unico Vero Giudice superiore.
Aggiungiamo che, “questi umani” tanto furbi
ma che di umano non hanno nulla
stanno per essere, a breve, bellamente sostituiti,
non di meno
si vadano a vedere cosa significa “useless eaters”.
Il grano e le erbacce stanno per essere divise.
E ricordate: Non si muove foglia che il PadrEterno non lo voglia.
avendo assistito una persona vittima di un TSO improprio, posso testimoniare che quanto scritto corrisponde a verità. Le persone
scomode vengono a volte neutralizzate astutamente e non entro nei particolari.
Mi auguro non ci sia una correlazione fra il perito di parte Alessandro
Meluzzi ad oggi silente per il pubblico che lo seguiva , e questa triste
vicenda.