Donald Trump ha rilasciato un duro avvertimento riguardo alla situazione degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza, affermando che “si scatenerà l’inferno” se non verranno rilasciati entro sabato a mezzogiorno.
In un’intervista con Fox News, Trump ha dichiarato: “Per quanto mi riguarda, se tutti gli ostaggi non saranno restituiti entro sabato a mezzogiorno. Penso che sia un orario appropriato. Direi di annullarlo il cessate il fuoco”.
Con il suo inutile e cinico riferimento al film Mezzogiorno di fuoco, ha cercato di imitare un ultimatum, come se fosse protagonista di un film d’azione, senza rendersi conto della follia delle sue parole. È il suo solito e patetico tentativo di fare il bullo, di sembrare forte e decisivo, mentre in realtà dimostra solo la sua totale insensibilità e l’incapacità di affrontare una tragedia umanitaria immane. Trump si ostina a trasformare una crisi drammatica in un gioco, incapace di percepire le enormi conseguenze delle sue dichiarazioni pericolose.
Che sia chiaro: questa non è forza, è vigliaccheria. È l’incapacità di affrontare la complessità di una crisi con maturità e compassione. Trump non è un eroe, è un uomo piccolo, che cerca di nascondere la sua inadeguatezza dietro a una maschera di spavalderia. E mentre lui gioca con le parole, il sangue continua a scorrere.
Questa dichiarazione arriva in un contesto di crescente tensione, con Hamas che ha annunciato il rinvio del rilascio degli ostaggi, accusando Israele di non aver rispettato i termini dell’accordo di tregua. Hamas ha affermato che il rilascio è stato posticipato “fino a nuovo avviso”, in attesa che Israele adempia ai propri obblighi, tra cui il ritorno degli sfollati nel nord di Gaza e la consegna di aiuti umanitari.
“Il rilascio dei prigionieri, programmato per sabato 15 febbraio 2025, sarà posticipato fino a nuovo avviso, in attesa del rispetto da parte dell’occupazione e dell’adempimento retroattivo degli obblighi delle ultime settimane. Riaffermiamo il nostro impegno nei confronti dei termini dell’accordo fintantoché l’occupazione vi aderirà”
Trump ha anche ribadito il suo piano controverso per Gaza, che prevede il controllo statunitense del territorio e il trasferimento permanente dei palestinesi fuori dalla Striscia, sostenendo che avrebbero “alloggi molto migliori” altrove. Questo piano è stato criticato da molti leader arabi e internazionali, che lo considerano una violazione del diritto internazionale e un ostacolo alla soluzione dei due Stati.
La situazione rimane delicata, Israele ha messo le sue forze in massima allerta, pronta a rispondere a qualsiasi scenario. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che non permetterà un ritorno alla realtà del 7 ottobre 2023, quando Hamas attaccò Israele, scatenando il conflitto.
Le parole di Trump hanno gettato benzina sul fuoco, inasprendo ulteriormente negoziati già al limite. Se gli ostaggi non verranno liberati entro i tempi stabiliti, il rischio di una nuova esplosione di violenza è più che concreto. La tregua, già traballante, potrebbe trasformarsi in un ricordo lontano, con conseguenze devastanti per i civili palestinesi. La minaccia di Trump non è un semplice avvertimento: è un ultimatum che potrebbe scatenare nuovamente la violenza di Israele.
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che coppia diabolica , qualsiasi scusa è buona per eliminare dalla faccia
della terra la Palestina.