Negli ultimi decenni, la poliomielite selvaggia è stata quasi completamente eliminata in gran parte del mondo. Tuttavia, oggi ci troviamo di fronte a un problema altrettanto preoccupante: il ritorno della poliomielite sotto forma di poliovirus derivato dal vaccino (cVDPV). Un pericolo che, se non affrontato, potrebbe compromettere anni di sacrifici e successi nella lotta contro questa malattia paralizzante.
La sigla cVDPV sta per circulating Vaccine-Derived Poliovirus (Poliovirus derivato da vaccino circolante). Si riferisce a un tipo di polio che può verificarsi quando un virus polio derivato dal vaccino orale (OPV) si diffonde nella comunità e muta, acquisendo la capacità di causare malattia.
Inoltre, se un vaccinato ha un sistema immunitario compromesso (ad esempio, a causa di malattie o trattamenti immunosoppressivi), è più vulnerabile al rischio di sviluppare polio derivata dal vaccino, poiché il suo corpo potrebbe non essere in grado di fermare l’evoluzione del virus attenuato.
Questo rischio è uno dei motivi per cui molti paesi hanno deciso di passare dal vaccino orale (OPV) al vaccino iniettabile (IPV), che non contiene virus vivi e quindi non può causare polio derivata dal vaccino, riducendo significativamente il rischio di cVDPV.
La salute pubblica, inclusa la poliomielite, è strettamente influenzata dalle condizioni igieniche e sanitarie. Infatti, il miglioramento delle condizioni igieniche è stato uno dei fattori determinanti nella riduzione della diffusione della malattia.
Quando parliamo di poliomielite, il virus si trasmette principalmente tramite il contatto oro-fecale, cioè quando una persona entra in contatto con feci contaminate e poi le ingerisce (ad esempio, tramite cibo o acqua contaminata). In contesti di scarse condizioni igienico-sanitarie, come in alcune aree con mancanza di acqua potabile, scarsa igiene nelle pratiche alimentari e insufficienti infrastrutture di smaltimento dei rifiuti, il rischio di trasmissione è molto elevato.
In effetti, quando si migliorano le condizioni di igiene (ad esempio, con acqua potabile sicura, trattamento delle acque reflue, lavaggio delle mani, condizioni igieniche alimentari migliori), la probabilità che il virus si diffonda diminuisce drasticamente.
La minaccia invisibile: Il poliovirus derivato dal vaccino
La poliomielite causata dal poliovirus derivato dal vaccino non è un fenomeno recente, ma il suo aumento crescente rappresenta un campanello d’allarme che non può essere trascurato. Questo tipo di poliovirus origina dal vaccino orale antipolio (OPV), che impiega un poliovirus attenuato per stimolare il sistema immunitario. Tuttavia, il virus attenuato può subire mutazioni e riacquistare la capacità di provocare la malattia.
In contesti con alta copertura vaccinale con il vaccino OPV, questa mutazione può avvenire più facilmente. Il poliovirus mutato può diffondersi nella comunità, portando alla comparsa di nuovi casi di polio che colpiscono vaccinati e non vaccinati, mettendo a rischio i progressi globali verso l’eradicazione della malattia. È un ciclo pericoloso che minaccia di vanificare gli sforzi compiuti finora.
Un pericolo globale
La circolazione del cVDPV non si limita a pochi paesi. È un fenomeno che si sta diffondendo a livello globale, portato dai viaggiatori e dai migranti provenienti da regioni dove l’OPV è ancora in uso. Paesi come l’Afghanistan, il Pakistan e alcune zone dell’Africa continuano a somministrare l’OPV, esponendo indirettamente le nazioni che non utilizzano più questo vaccino a nuovi focolai di poliomielite. L’incidenza di Polio causata da vaccino (cVDPV) è aumentata drasticamente negli ultimi anni, con centinaia di casi registrati in paesi che, fino a pochi anni fa, erano considerati liberi dalla polio.
La questione è ancor più critica in Europa, dove tracce di poliovirus derivato dal vaccino sono state rilevate in acque reflue, nonostante l’uso esclusivo dell’IPV (Inactivated Polio Vaccine), che non presenta il rischio di mutazione. La presenza di cVDPV nelle acque reflue di città come Londra, Barcellona e Bonn suggerisce che il virus continua a circolare, probabilmente a causa di viaggiatori provenienti da paesi che continuano a somministrare l’OPV. Eppure, questo non dovrebbe accadere: l’Europa ha lavorato duramente per eliminare la poliomielite, ma il rischio di reintroduzione attraverso il vaccino la poliomielite rimane reale e minaccioso.
La paradossale relazione tra vaccino e malattia
La cosa più sconvolgente di questa situazione è che, in parte, il vaccino stesso sta contribuendo alla diffusione della poliomielite. Quando il virus attenuato muta e inizia a comportarsi come un virus selvaggio, causa polio nelle persone vaccinate e non vaccinate. Questo rappresenta un paradosso pericoloso: la campagna di vaccinazione, invece di ridurre completamente la malattia, crea nuove forme di polio che minacciano la salute pubblica.
Questa situazione merita una riflessione approfondita. L’OMS ha finalmente deciso di abbandonare gradualmente l’uso del vaccino orale (OPV), ma il danno è già stato fatto. Decine di migliaia di bambini sono stati esposti e infettati da polio derivata dal vaccino.
Il virus può effettivamente mutare sia nel corpo dei vaccinati diretti (cioè quelli che hanno ricevuto il vaccino OPV) che in quello dei vaccinati infettati (persone che entrano in contatto con il virus attenuato espulso dai vaccinati diretti). Questo processo è alla base della formazione del poliovirus derivato dal vaccino (cVDPV). Approfondiamo il meccanismo per chiarire meglio:
Come avviene la mutazione del virus?
Quando una persona riceve il vaccino orale (OPV), il virus attenuato si replica nel suo intestino e stimola una risposta immunitaria. Durante questa replicazione, il virus può accumulare mutazioni. Nella maggior parte dei casi, queste mutazioni non sono significative, ma in alcuni casi il virus può riacquistare la capacità di causare la malattia. I vaccinati espellono il virus attenuato nelle feci per alcune settimane dopo la vaccinazione.
Se altre persone vaccinate o non vaccinate entrano in contatto con questo virus (ad esempio attraverso acqua o cibo contaminati), il virus può replicarsi anche nel loro intestino. Durante questa replicazione, il virus può ulteriormente mutare, aumentando il rischio che diventi più aggressivo.
Il virus del vaccino OPV, quindi, può mutare sia nel corpo dei vaccinati che in quelli dei non vaccinati o vaccinati infettati, dando origine al cVDPV. Questo sottolinea l’importanza di passare al vaccino IPV, che non contiene virus vivi e quindi non può causare la formazione di cVDPV.