La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annullato tutti gli impegni ufficiali per le prime due settimane di gennaio 2025 a causa di una grave polmonite. Secondo un portavoce della Commissione, ha cancellato viaggi previsti a Lisbona e a Danzica per concentrarsi sul recupero.
Von der Leyen, 66 anni, ha recentemente iniziato il suo secondo mandato di cinque anni come Presidente della Commissione Europea. Il suo ultimo evento pubblico si è tenuto il 20 dicembre in Svizzera, dove ha firmato un nuovo quadro di relazioni.
La presidenza di Ursula von der Leyen alla Commissione Europea è stata caratterizzata da una serie di decisioni e politiche che hanno sollevato critiche feroci e messo in discussione la sua capacità di guidare l’Unione Europea. Dalla gestione della guerra in Ucraina e delle relazioni con la Russia, alle politiche green che stanno mettendo in difficoltà le imprese europee, fino agli scandali legati ai contratti con Pfizer, la sua leadership è stata oggetto di aspre polemiche.
La guerra in Ucraina e le relazioni con la Russia: una strategia fallimentare
La risposta dell’UE alla guerra in Ucraina, guidata da von der Leyen, è stata una decisione stupida e incosciente, che ha messo in ginocchio l’economia europea.
Nonostante le sanzioni imposte alla Russia, l’economia di Mosca non è crollata come previsto. Anzi, nel 2022 la Russia ha registrato un surplus commerciale record di 316 miliardi di dollari, grazie all’aumento dei prezzi del petrolio e alla capacità di dirottare le esportazioni verso mercati alternativi come Cina e India.
Le sanzioni, invece, hanno avuto un impatto negativo sull’Europa, con un aumento dei prezzi dell’energia che ha colpito duramente i cittadini e le imprese. Ad esempio, il mancato rinnovo dell’accordo sul gas russo attraverso l’Ucraina ha portato a un aumento dei costi energetici, con bollette più care per le famiglie europee e un ulteriore rincaro dei beni di prima necessità.
Inoltre, la decisione di von der Leyen di concedere un prestito di 35 miliardi di euro all’Ucraina, ha sollevato dubbi sulla sostenibilità finanziaria per l’UE, già alle prese con una crisi economica senza precedenti.
Il Green Deal: un’arma a doppio taglio per l’economia europea
Le politiche green promosse da von der Leyen, stanno mettendo in ginocchio le imprese europee. Il Green Deal e il Clean Industrial Deal, pur mirando a ridurre le emissioni e favorire la transizione energetica, hanno introdotto regolamentazioni eccessivamente complesse e costose per le aziende.
Ad esempio, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) hanno creato un carico burocratico insostenibile per le piccole e medie imprese, che si trovano a dover affrontare costi elevati per adeguarsi alle nuove norme. Questo ha portato a una perdita di competitività rispetto ai rivali extraeuropei, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.
Inoltre, la crisi del settore automobilistico europeo, con aziende come Stellantis e Volkswagen in difficoltà, è stata aggravata dalle politiche green che impongono uno stop alla produzione di auto a combustione interna entro il 2035. Questa scelta, in linea con gli obiettivi climatici, rischia di distruggere un pilastro dell’economia europea senza garantire alternative sostenibili a breve termine.
Lo scandalo Pfizergate: mancanza di trasparenza e conflitti di interesse
Uno dei capitoli più oscuri della presidenza von der Leyen è lo scandalo Pfizergate, che ha messo in luce una grave mancanza di trasparenza nella gestione dei contratti per i vaccini COVID-19. Von der Leyen ha negoziato personalmente, tramite messaggi di testo e chiamate con il CEO di Pfizer, Albert Bourla, un accordo da 35 miliardi di euro per l’acquisto di 1,8 miliardi di dosi di vaccino.
Nonostante le richieste di accesso ai messaggi da parte di giornalisti e istituzioni, la Commissione Europea ha rifiutato di renderli pubblici, sollevando sospetti di conflitti di interesse e Malagestione. L’Ombudsman europeo ha criticato duramente la Commissione per questa mancanza di trasparenza, definendola un caso di negligenza amministrativa.
Questo scandalo non solo ha minato la fiducia dei cittadini europei nelle istituzioni, ma ha anche sollevato interrogativi sull’integrità della leadership di von der Leyen, già sotto inchiesta da parte della Procura Europea per possibili irregolarità nei contratti sui vaccini.
Un’Europa in crisi sotto una leadership controversa
La presidenza di Ursula von der Leyen è stata segnata da una serie di decisioni che hanno avuto conseguenze disastrose per l’Europa. Dalla gestione inefficace delle relazioni con la Russia e della guerra in Ucraina, alle politiche green che stanno distruggendo la competitività delle imprese, fino agli scandali legati alla mancanza di trasparenza, la sua leadership è stata una delle più controverse nella storia recente dell’UE.
L’Europa ha bisogno di una guida che sappia bilanciare gli obiettivi geopolitici con le esigenze concrete dei cittadini e delle imprese. Altrimenti, il rischio è che l’Unione Europea continui a perdere terreno rispetto ai suoi rivali globali, con conseguenze disastrose per il futuro del continente.