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Il fisco italiano ha alzato il tiro: dopo l’aumento vertiginoso delle multe per la violazione del codice della strada, arriva un cambiamento drastico nelle modalità di recupero dei crediti. Ora, con la nuova linea dura, si passa al pignoramento dell’automobile dei cittadini che non riescono a saldare il debito. Questo nuovo approccio, purtroppo, non solo penalizza chi è già in difficoltà economiche, ma rende ancora più drammatica la vita di chi si trova a fronteggiare il peso insostenibile di un debito che, di fatto, rischia di trasformarsi in una condanna sociale.
Il recente aumento delle sanzioni per la violazione del codice della strada è solo l’ennesima dimostrazione di un fisco che non ha alcuna pietà per i cittadini. Multa dopo multa, i costi per chi commette anche le infrazioni più banali sono diventati talmente alti da risultare insostenibili per molte famiglie italiane. Il pagamento delle multe si trasforma così in una sfida economica per chi già fatica ad arrivare a fine mese. Le sanzioni, ormai, sono un fardello difficile da portare, in un paese dove il potere d’acquisto è in costante declino e la disoccupazione giovanile è alle stelle.
Molti cittadini si ritrovano con decine di multe non pagate, accumulate nel tempo a causa di difficoltà economiche, e il peso di queste sanzioni cresce inesorabilmente. La strategia dello Stato di aumentare il costo delle multe, non fa altro che incrementare la sofferenza di chi già in difficoltà, si trova intrappolato in un circolo vizioso da cui non riesce a uscire.
In passato, chi non riusciva a pagare le proprie multe poteva essere soggetto a un fermo amministrativo. Sebbene la misura fosse severa, il fermo amministrativo rappresentava comunque una “soluzione temporanea” per chi non poteva pagare subito. Molti cittadini riuscivano a risolvere la situazione, magari vendendo un bene o trovando il denaro per saldare il debito.
Il fermo amministrativo, insomma, era una misura dolorosa ma non definitiva. Tuttavia, lo Stato non sembra più disposto a tollerare nemmeno questo. Il fermo amministrativo sta per essere superato dal pignoramento del veicolo e la messa all’asta del bene, in una corsa verso la macellazione sociale senza limiti.
Per molti italiani, l’automobile è essenziale per lavorare, per portare i figli a scuola o per fare la spesa. Chi si ritrova con il pignoramento dell’auto non perde solo un bene materiale, ma anche la propria indipendenza e la possibilità di affrontare le difficoltà quotidiane.
Il rischio di vedersi pignorato il veicolo è reale, ed è una condanna che non guarda in faccia a nessuno. Non importa se un cittadino non ha i mezzi per pagare, o se si trova in difficoltà a causa di una crisi economica che ha ridotto le sue entrate. Lo Stato, anziché cercare soluzioni che possano supportare i cittadini in difficoltà, sembra voler colpire i più vulnerabili, trasformando il debito fiscale in una sorta di macelleria sociale.
Mentre aumenta la pressione fiscale e le multe diventano sempre più salate, il fisco non sembra avere alcuna intenzione di venire incontro a chi non riesce a pagare. Ma la domanda è: c’è davvero solo l’intenzione di recuperare i crediti fiscali, o c’è un altro obiettivo dietro?
Sebbene la giustificazione ufficiale di queste misure sia il “recupero dei crediti”, ci si può legittimamente chiedere se dietro non ci sia un obiettivo più ampio e meno dichiarato: liberare le città dalle auto, favorendo così l’adozione dell’agenda 2030 e del concetto di “città 15 minuti”.
La “città 15 minuti” è un’idea che promuove la creazione di ambienti urbani in cui le persone possano accedere a tutte le necessità quotidiane (come lavoro, scuola, negozi, servizi sanitari) in un raggio di 15 minuti a piedi o in bicicletta. Da tempo si parla di città “smart” dove la mobilità sostenibile e i trasporti pubblici dovrebbero sostituire l’uso privato del veicolo. In altre parole, lo Stato potrebbe usare questa misura non solo come un mezzo per riscuotere i debiti, ma come uno strumento per ridurre le auto nelle strade.
Dietro l’aumento delle sanzioni e l’introduzione del pignoramento dell’auto da parte dello Stato, potrebbe esserci una vera e propria strategia per svuotare le strade delle città dalle automobili, un passo che si allinea con l’obiettivo di creare le città “smart”. L’idea della “città 15 minuti” può sembrare allettante per chi ha la possibilità di muoversi liberamente senza un’auto, ma per chi vive in difficoltà economiche, privarsi del mezzo significa perdere l’accesso a opportunità fondamentali. In molte realtà, l’auto è l’unico strumento di trasporto disponibile; la sua perdita non rappresenta solo un danno economico, ma una vera e propria limitazione della libertà di movimento.
