Recentemente è circolata una notizia che ha sollevato diverse polemiche: il governo spagnolo avrebbe ammesso di aver utilizzato scie chimiche, cioè la dispersione di sostanze chimiche nell’atmosfera, attraverso aerei. Secondo quanto riportato, questa pratica avrebbe lo scopo di ridurre l’irraggiamento solare e contrastare l’aumento della temperatura globale. L’ammissione sarebbe arrivata in seguito a dichiarazioni di esperti che hanno portato alla luce un fenomeno già noto in alcuni ambiti, ma che ora viene finalmente riconosciuto.
Il microbiologo Giorgio Pattera ha commentato questa vicenda, sottolineando come, già dagli anni ’50, i contadini fossero a conoscenza di una tecnica per proteggere i frutteti dalla grandine. Questa tecnica prevedeva l’utilizzo di piccoli aerei che, volando sopra le coltivazioni, spruzzavano ioduro d’argento, una sostanza in grado di favorire la formazione di cristalli di ghiaccio in nuvole cariche di pioggia, riducendo così il rischio di grandinate. Questo processo veniva usato per limitare i danni alle colture, ma, secondo Pattera, oggi la situazione si è evoluta in modo molto più complesso e preoccupante.
Il microbiologo afferma che, sebbene in passato fosse limitato a questa funzione agricola, il fenomeno delle scie chimiche si sarebbe esteso. Oggi, infatti, aerei di vari tipi, tra cui aerei di linea, aerei militari, cargo e civili, sarebbero impiegati per dispersione di sostanze chimiche non più solo per la protezione dei raccolti, ma anche per modificare deliberatamente le condizioni atmosferiche. L’obiettivo, secondo Pattera, sarebbe quello di limitare l’irraggiamento solare per contrastare l’innalzamento della temperatura globale. Le sostanze chimiche utilizzate in questo processo includerebbero alluminio, bario, cadmio e carbonio, elementi che, cadendo a terra, finirebbero per essere inalati dalle persone.
Queste pratiche, che inizialmente erano poco conosciute, sarebbero diventate parte di un accordo tacito tra multinazionali e governi. L’Italia, secondo Pattera, non sarebbe estranea a questo fenomeno. Nonostante non ci sia stata una dichiarazione ufficiale da parte del governo italiano, il microbiologo sostiene che anche nel nostro paese avvenga la stessa situazione. In Italia, infatti, l’influenza della NATO e degli Stati Uniti, che secondo Pattera rende il paese una sorta di “colonia” sotto il controllo di queste potenze, farebbe sì che le stesse sostanze chimiche, in particolare alluminio e bario, vengano rilasciate nell’atmosfera, anche se non se ne parla ufficialmente.
Pattera, pur sottolineando la mancanza di un’ammissione pubblica da parte delle autorità italiane, sostiene che la dispersione di queste sostanze chimiche sia comunque in atto, mettendo in pericolo la salute dei cittadini. La preoccupazione è che, mentre la Spagna ha fatto delle dichiarazioni ufficiali sulla questione, in Italia si preferisca tacere, nonostante le evidenze e i segnali di un fenomeno simile. In ogni caso, secondo il microbiologo, la mancanza di un’informazione chiara e trasparente su questi fenomeni rende difficile per i cittadini comprendere appieno i rischi a cui sono esposti.