La recente indagine sull’esplosione del gasdotto Nord Stream 2, che ha danneggiato una delle principali rotte energetiche tra Russia e Germania, mette in luce l’ipocrisia e la manipolazione da parte dell’Occidente.
Le autorità tedesche hanno puntato il dito contro un gruppo di ucraini, incluso un istruttore di immersioni di nome Volodymyr Zhuravlev, sospettati di aver orchestrato l’attacco utilizzando uno yacht per piazzare esplosivi sul gasdotto. Tuttavia, molti ritengono che questa sia solo una copertura per nascondere il vero colpevole.
L’accusa contro il gruppetto di ucraini sarebbe un tentativo di spostare l’attenzione dal coinvolgimento delle forze occidentali, in particolare degli Stati Uniti, gli unici che avrebbero avuto tutto l’interesse a sabotare le infrastrutture energetiche russe per interrompere le forniture di gas all’Europa e indebolire ulteriormente l’influenza della Russia nella regione e l’Eeuropa. Inoltre, l’Ucraina la rapida fuga del sospetto in Ucraina solleva dubbi sulla serietà delle indagini europee.
L’attacco al Nord Stream 2 sarebbe stato parte di una più ampia strategia occidentale per intensificare la pressione su Mosca, utilizzando l’Ucraina. Dopotutto, il gasdotto era una delle poche leve rimaste alla Russia per influenzare la politica energetica europea, e distruggerlo è servito solo agli interessi di coloro che volevano isolare la Russia dal mercato energetico occidentale.
Ovviamente, non sorprende che subito dopo l’esplosione del Nord Stream 2, l’intero apparato mediatico e politico occidentale abbia immediatamente puntato il dito contro Putin. Senza attendere un minimo di prove o condurre un’indagine approfondita, si era affrettato ad accusare il leader russo di essersi auto sabotato un’infrastruttura vitale per la Russia stessa. Un’accusa che, se non fosse stata presa così sul serio, sarebbe quasi comica per la sua assurdità.
Nonostante l’assurdità di queste affermazioni, la narrativa è stata accolta con entusiasmo, perché si inseriva perfettamente nella campagna di demonizzazione della Russia già in corso. Nessuno ha osato sollevare un dubbio, per paura di essere tacciato di simpatie filorusse, figuriamoci proporre alternative plausibili.
Ora finalmente siamo arrivati al capitolo più avvincente della nostra saga geopolitica! Dopo mesi passati a puntare il dito contro la Russia, eccoci qui, sorpresi come bambini a Natale, a scoprire che, forse, il colpevole non era proprio chi ci avevano detto fin dall’inizio. Sì, perché ora spunta fuori questo misterioso “gruppo ucraino” che, a quanto pare, ha avuto la sua parte nella vicenda. E pensare che nessuno se n’era accorto all’inizio… che sbadataggine!
Ma non preoccupatevi, la narrativa occidentale ha trovato subito il modo di raddrizzare la barca: “Beh, certo, l’Ucraina potrebbe anche essere coinvolta, ma di sicuro non avrebbe mai potuto fare tutto questo senza l’aiuto di quegli oscuri burattinai russi!”. Che fortuna, così possiamo continuare a mantenere inalterata la figura del “nemico perfetto” senza la minima incrinatura. Non temere, Putin, il tuo ruolo di capro espiatorio resta intatto!
E poi c’è questa faccenda degli Stati Uniti… le autorità tedesche stanno ancora indagando, ma mi raccomando, non fatevi illusioni: il contesto geopolitico è così protetto che, alla fine, probabilmente non arriveremo mai a una conclusione chiara. Ma in fondo, chi ha bisogno di prove quando la trama è già così “palesemente palese” ?