Una lotta internazionale è scoppiata la scorsa settimana quando i regolatori brasiliani hanno posto il veto all’importazione del vaccino russo COVID-19, Sputnik V, sostenendo che la sua seconda dose contiene adenovirus in grado di replicarsi, un potenziale pericolo per i destinatari del vaccino.
Il produttore del vaccino ha presto annunciato su Twitter che avrebbe citato in giudizio in Brasile per diffamazione. In risposta, i funzionari dell’Agenzia brasiliana di regolamentazione della salute hanno tenuto una conferenza stampa mostrando la documentazione che, secondo loro, supportava la loro affermazione di contaminazione da vaccino. Il furore arriva quando il Brasile, che ha uno dei più alti oneri di COVID-19 a livello globale, ha vaccinato solo circa il 15% della sua popolazione e i governatori degli stati vogliono importare 30 milioni di dosi di Sputnik V.