Un’ondata di freddo estremo sta piegando le nazioni nordiche, con temperature intorno ai -40 gradi Celsius. Per il secondo giorno consecutivo, le temperature hanno toccato i -40 gradi Celsius nella regione nordica. A Kvikkjokk-Årrenjarka, nella Lapponia svedese, il termometro è sceso a -43,6 °C, segnando la temperatura più bassa registrata in Svezia nel mese di gennaio degli ultimi 25 anni, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa svedese TT.
La regione nordica è attualmente travolta dal completo caos dei trasporti, con temperature polari, tempeste di neve devastanti e venti violenti. Ponti bloccati, servizi ferroviari e traghetti completamente interrotti, e le scuole sono chiuse a causa delle avverse condizioni meteorologiche. Si tratta veramente di un inferno gelido. In Danimarca, la polizia sta esortando gli automobilisti a evitare qualsiasi spostamento non strettamente necessario. Nel frattempo, la Siberia e l’Artico stanno riversando il loro gelo anche sulla Russia occidentale, portando Mosca a registrare temperature di -30 gradi Celsius, ben al di sotto delle medie di gennaio. Gli avvisi meteorologici di livello arancione stanno segnalando gravi rischi per la salute dovuti alle condizioni estreme.
Nel resto d’Europa, la tempesta Henk sta lasciando dietro di sé un sentiero di devastazione. Nel Regno Unito, la furia della tempesta ha causato la perdita di una vita, quando un albero ha schiacciato un veicolo.
Più a sud, in Francia, un’ondata di forti piogge ha colpito le regioni settentrionali del Pas-de-Calais e del Nord, costringendo le autorità locali a evacuare circa 200 persone e causando interruzioni di corrente per circa 10.000 famiglie.
Le strade della città di Blendecques sono state trasformate in corsi d’acqua e mercoledì le autorità hanno emesso avvertimenti agli abitanti delle zone a rischio di inondazione, invitandoli a limitare gli spostamenti fino a quando il livello dell’acqua non sarà tornato alla normalità.
Centinaia di operatori di emergenza provenienti da diverse regioni della Francia sono stati mobilitati per soccorrere le persone dalle case allagate e ripristinare la viabilità. Rinforzi di personale e attrezzature sono stati inviati anche dalla Repubblica Ceca, dalla Slovacchia e dai Paesi Bassi, anch’essi colpiti dalle precipitazioni. Sono state impiegate potenti pompe per deviare fino a 60.000 metri cubi d’acqua dalle aree più colpite verso il Canale della Manica, al fine di ridurre i livelli dell’acqua intorno al delta del fiume Aa, come comunicato dalla prefettura regionale.
Giovedì, il servizio meteorologico nazionale ha mantenuto l’allerta per inondazioni e venti in diverse regioni della Francia settentrionale e ai confini con Belgio, Lussemburgo e Germania. Le previsioni indicano ulteriori piogge e venti fino a 100 km/h.
Anche alcune parti della Germania stanno affrontando situazioni di inondazione, con il rischio di ulteriori precipitazioni nella Bassa Sassonia, lo stato nordoccidentale più colpito.
In questa fase di gelo e freddo estremo, sembra che il “riscaldamento globale” abbia deciso di fare una prolungata pausa caffè, forse in qualche paradiso tropicale, senza rendersi conto che la sua assenza sta scatenando un’inferno glaciale. Speriamo che il nostro amico “riscaldamento globale” faccia presto ritorno, magari portando con sé una valigia colma di sole e un clima più mite.