La Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento relativo alla scansione e monitoraggio dei contenuti digitali, noti come Content Scanning and Monitoring (CSAM). Questa iniziativa mira a trasformare le applicazioni di comunicazione digitale, tra cui WhatsApp, iMessage, Instagram, TikTok e altre, in strumenti di sorveglianza su larga scala.
La proposta prevede la possibilità di effettuare la scansione automatica di tutte le comunicazioni digitali, comprese le conversazioni in tempo reale, le immagini e i video, al fine di individuare potenziali attività criminali, anche tra cittadini che non sono in alcun modo sospettati di reati.
Tuttavia, la proposta ha suscitato una serie di critiche profonde e fondate. Diversi accademici, esperti legali e difensori della privacy hanno condannato il regolamento per la sua chiara violazione del diritto fondamentale alla privacy. Inoltre, è stato sottolineato che l’utilizzo di intelligenza artificiale per implementare questa tecnologia potrebbe comportare errori significativi, con il rischio di segnalare erroneamente milioni di cittadini innocenti come sospetti, mentre i criminali potrebbero facilmente eludere il sistema eliminando le applicazioni coinvolte dai loro dispositivi o passando all’uso del cosiddetto dark web.
Questa proposta è percepita come una minaccia alle conversazioni digitali private di tutti i cittadini e sembra entrare in conflitto con il diritto fondamentale alla privacy, alla libertà di comunicazione e al principio della presunzione di innocenza. La discussione su questo regolamento è quindi di estrema importanza, in quanto riguarda una delicata bilancia tra la sicurezza pubblica e la protezione dei diritti individuali.
e i controllori chi li sorveglia?