Il “raggio della morte” rappresenta un concetto riguardante un’arma a raggio progettata per colpire un obiettivo a distanza sfruttando radiazioni dirette.
La documentazione più antica che fa riferimento a questa idea simile risale agli antichi Greci. Non era un raggio laser nel senso moderno, ma un sistema basato sulla concentrazione della luce solare. Plutarco e Tito Livio riportano un episodio durante l’assedio di Siracusa nel 212 a.C., in cui i difensori della città riuscirono a incendiare la flotta romana, utilizzando specchi parabolici e scudi altamente riflettenti. Essi seguendo le istruzioni di Archimede, concentrarono i raggi solari sugli avversari.
All’inizio del ventesimo secolo, l’idea di sviluppare armi basate su raggi letali godette di notevole popolarità. Il rinomato scienziato Nikola Tesla sostenne più volte di aver creato tali raggi, che egli chiamò “Teleforce” (lett. “forza a distanza”), negli anni ’30.
Dalle memorie dello scienziato si evince che quest’arma era basata su uno stretto raggio di pacchetti atomici di mercurio o tungsteno, accelerati da un’alta differenza di potenziale (in modo analogo al suo “trasmettitore d’amplificazione”). Tesla diede la seguente spiegazione circa le operazioni del “cannone a particelle” (particle gun):
«[l’ugello] avrebbe inviato fasci molto concentrati di particelle nell’aria libera, di un’energia così tremenda da abbattere una flotta di 10.000 aeroplani nemici a una distanza di 200 miglia dal confine della nazione attaccata e avrebbe fatto cadere gli eserciti sui loro passi. Tale arma può essere utilizzata contro la fanteria di terra o come contraerea.»
(“‘Death Ray’ for Planes”. New York Times, 22 settembre 1940)
In Russia, il professore Mikhail Filippov di San Pietroburgo, scomparso in circostanze misteriose nel 1903, condusse ricerche analoghe.
Nel 1913, il chimico italiano Giulio Ulivi propose all’ammiragliato britannico un metodo per detonare mine utilizzando raggi non visibili.
Dopo la Prima Guerra Mondiale. Harry Grindell Matthews, un inglese, presentò l’idea dei “raggi del diavolo”, mentre la stampa europea affermava che i tedeschi collaborassero con i bolscevichi e stessero cercando di sviluppare armi letali basate su raggi in Russia.
L’effettivo utilizzo dei “raggi della morte” è diventato una realtà dopo l’invenzione del laser da parte dei ricercatori sovietici Basov e Prokhorov, insieme all’americano Charles Townes, che sono stati premiati con il Nobel.
A partire dagli anni ’70 e ’80, diversi paesi hanno sviluppato armi laser.
Il 2 settembre 2009, la società americana Boeing ha collaborato con la US Air Force per condurre con successo un test di armi laser presso la base aerea di Kirtland nel New Mexico. Il bersaglio selezionato era un veicolo posizionato all’interno del raggio d’azione di White Sands. Il laser, installato su un aereo C-130H, è stato mirato al bersaglio e lo ha distrutto con precisione.
Inoltre, dal 2019 è in servizio il complesso laser militare russo “Peresvet”, capace di colpire obiettivi a lungo raggio.
L’aeronautica statunitense ha già sperimentato tali armamenti. Nell’agosto 2009, un sistema laser montato su una piattaforma del Boeing 747-400 è riuscito a individuare, inseguire e distruggere con successo un missile di addestramento.
Questo sistema, noto come Boeing YAL-1 Airborne Laser (ABL), incorpora un laser chimico ossigeno-iodio da circa un megawatt di potenza e due laser kilowatt progettato per tracciare il lancio dei razzi. Questo complesso è stato creato per neutralizzare testate tattiche, caratterizzate da portata limitata e velocità di volo inferiori rispetto alle testate strategiche.
Dopo il lancio di un missile di questo tipo, il sistema lo individua utilizzando laser convenzionali. Regolando la velocità di volo, le condizioni atmosferiche e il percorso del missile, verrà utilizzato un laser da un megawatt posizionato nella coda dell’aeromobile per distruggere il bersaglio. Quest’ultimo verrà acquisito attraverso uno schema di specchi montati all’estremità anteriore. Secondo le stime degli esperti, la gittata dell’arma dovrebbe variare tra 300 e 600 chilometri.
Durante un test condotto l’11 febbraio 2010 in un sito di prova in California, un potente laser montato su una piattaforma aerea (Boeing 747-400F) è stato in grado di abbattere un missile balistico a propellente liquido durante la fase di spinta del volo.
Sappiamo che gli Stati Uniti hanno spesso impiegato le loro risorse militari non solo per scopi altruistici, ma anche per perseguire interessi di potere e l’acquisizione di risorse. Ci sono voci che suggeriscono che in questi giorni, gli Stati Uniti, potrebbero essere coinvolti nell’uso di tali armamenti per causare incendi di vaste proporzioni.
Recentemente sui social, sono emersi diversi video che rivelano una situazione anomala: diversi edifici sono stati devastati dalle fiamme e completamente inceneriti, mentre gli alberi circostanti sono rimasti sorprendentemente intatti. Questo fenomeno anomalo è ben visibile nel video che presentiamo qui di seguito.
la sensazione che ogni parte del nostro corpo , habitat e lavoro, serva
ai potenti della terra per scopi bellici rimane ……….il tutto confuso da
politicanti privi di scrupoli e codazzi vari ai vertici. .E chi osa
contraddire il sistema viene censurato / eliminato perchè mette i bastoni fra le ruote ,il tempo sembra stringa . Il primo obiettivo è il
clima …..