Era atteso per le udienze in tribunale ma lì non ci è mai arrivato: è morto stamattina, a causa di un malore, il giudice di merito presso il tribunale di Lecce e magistrato di Corte d’Appello, Paolo Moroni.
Dalle prime indiscrezioni, sembra che l’uomo si sia sentito male dopo essere salito in auto, per mettersi alla guida e raggiungere la sede di giustizia nel capoluogo salentino. A lanciare l’allarme per i primi sono stati i suoi collaboratori, i quali si sono preoccupati del ritardo del magistrato. Si sono subito attivate le ricerche fino alla drammatica scoperta dell’uomo senza vita da parte dei carabinieri che hanno rinvenuto la macchina dell’uomo e il magistrato, privo di vita, in via Spacciante, a Monteroni di Lecce, dove risiedeva da qualche anno. A risultare fatale è stato un arresto cardiocircolatorio: da qualche tempo, il professionista 57enne era in cura per un problema serio di salute.
Moroni era un giudice del tribunale fallimentare, noto a Lecce, soprattutto nel suo settore di competenza. Di origini abruzzesi, Moroni era nato a Chieti nel 1966: di recente, ovvero nell’agosto dello scorso anno, si era candidato anche al Csm, al consiglio superiore della magistratura come “sorteggiato” per la componente togata nel collegio 4 di Puglia, Basilicata, Sicilia e Calabria, accusando da tempo la presenza di troppe correnti all’interno della magistratura italiana e prendendo di mira anche alcuni colleghi “finti indipendenti”.
Figura stimata, molto affabile, caratterizzato da gran senso pratico, prima di arrivare ad esercitare la professione a Lecce, era stato giudice al tribunale di Casarano. Non era sposato e non aveva figli. Nel tribunale salentino, sgomento diffuso dopo aver appreso la notizia e c’è sconforto per la perdita di un collega tanto apprezzato. L’arrivo del fratello è atteso in serata.
I funerali si terranno domani pomeriggio, 12 aprile, alle 16,30 nella chiesa di Santa Rosa a Lecce.
La procura generale di Lecce, guidata da Antonio Maruccia, ha reso onore a Paolo Moroni, in qualità di “magistrato libero e indipendente, apprezzato da tutti per le sue qualità umane e professionali”.
Il procuratore generale ha ringraziato i colleghi magistrati, tutti gli avvocati del distretto e i dipendenti del tribunale e ministero della Giustizia, per la partecipazione al comune dolore.
questi esperimenti di massa hanno una cosa in comune con la democrazia,
colpiscono chiunque senza fare distinzioni.