Il grafene potrebbe essere il nuovo amianto: è questo il monito degli esperti che mettono in guardia contro i rischi associati alla manipolazione di questo materiale dalle proprietà straordinarie ma ancora poco conosciute. Come l’amianto, il grafene è stato inizialmente presentato come sicuro per l’utilizzo, ma la realtà potrebbe essere ben diversa.
Il grafene è un materiale relativamente nuovo e solleva comprensibili dubbi nel contesto dei possibili effetti sulla salute umana. Secondo alcuni esperti, la struttura sottile e leggera del grafene potrebbe penetrare facilmente nei polmoni, rappresentando una minaccia paragonabile alla polvere o alle fibre di amianto.
Studi cinesi hanno suggerito che le nanoparticelle di grafene possono depositarsi negli organi interni, sollevando ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza del materiale. Ma non è solo la salute umana a essere a rischio. Esiste anche il pericolo che il grafene, entrando nelle acque superficiali e sotterranee, possa essere dannoso per piante e animali. Le particelle fini possono depositarsi sui bordi dei corpi idrici e aumentare i livelli di durezza dell’acqua.
Nonostante ci siano ancora molte incertezze sulla sicurezza del grafene, ciò non ha impedito il suo utilizzo in molte applicazioni industriali, dal settore aerospaziale a quello dell’elettronica.
La comunità scientifica concorda sulla necessità di ulteriori ricerche sulle proprietà e le applicazioni del grafene, inclusa la sua sicurezza, in modo da ottimizzare i metodi di utilizzo del materiale innovativo in vista degli effetti a lungo termine sull’uomo e sull’ambiente.
Recenti studi hanno suggerito che i nanotubi di carbonio a fibre lunghe, una forma derivata del grafene, potrebbero essere cancerogeni, come l’amianto, ed essere responsabili di forme tumorali come il mesotelioma pleurico. Anche se il grafene non è noto per essere cancerogeno, ci sono ancora rischi associati alla sua manipolazione e all’esposizione. Le particelle di grafene, infatti, possono penetrare facilmente nei tessuti e causare problemi di salute se inalate o ingerite.
Da ormai una decina di anni si sospetta però che – in virtù delle dimensioni sulla nanoscala di questo materiale – i nanotubi di carbonio possano provocare alcune forme tumorali, proprio come l’amianto, sostanza naturale di largo impiego industriale e nel settore civile, bandita in Italia nel 1992, e responsabile tutt’oggi di asbestosi e di alcuni tumori come ad esempio il mesotelioma pleurico.
È quindi essenziale che coloro che lavorano con il grafene prendano tutte le precauzioni necessarie per proteggere la propria salute. Ciò significa utilizzare attrezzature di protezione individuale e seguire le linee guida e le procedure di sicurezza appropriate.
La sicurezza deve essere la priorità assoluta quando si lavora con qualsiasi materiale, soprattutto se si tratta di una sostanza con effetti ancora poco conosciuti.
Non possiamo permetterci di commettere gli stessi errori del passato, quando l’amianto era stato presentato come sicuro e poi si è rivelato essere una minaccia per la salute pubblica. Bisogna agire ora per evitare di ripetere gli stessi errori del passato.
