Javier Cardoso, 42 anni, aveva deciso di dire basta e che quella contro il Gimnasia de Pergamino sarebbe stata la sua ultima partita. Ma proprio un attimo prima che l’arbitro decretasse la conclusione dell’incontro, Cardoso è stato colto da un malore.
Un match che doveva chiudersi con una grande festa si è trasformato in un inferno. Cardoso all’improvviso si è accasciato a terra. Il pallone era distante, nessun avversario era andato a contrastarlo: è finito a terra da solo in preda alle convulsioni.
Il medico presente a bordo campo lo ha subito soccorso e ha fatto chiamare l’ambulanza. Immediato il trasporto all’ospedale di Iturraspe, ma i tentativi di rianimazione non sono andati a buon fine. Cardoso è morto poco dopo.
E’ diventata un’abitudine a dir poco inquietante. La scomparsa, in giovane età, di un protagonista del mondo dello sport. Un altro atleta apparentemente sano che viene stroncato da un malore improvviso e del tutto imprevedibile.
Sta succedendo con una regolarità impressionante, da qualche mese a questa parte. E non c’è una disciplina più colpita rispetto ad altre. Il calcio certamente, anche altri sport hanno subito una quantità di lutti fuori dal comune.
Poche ore fa è toccato al rugby affrontare la scomparsa di un atleta che era in campo per disputare l’ultima partita della sua carriera. La più atroce e tragica delle beffe si è invece consumata in un istante.
Il destino beffardo si è accanito ingiustamente su un giocatore argentino proprio durante l’ultima azione della sua ultima apparizione in campo.
Un dramma che ha sconvolto un’intera comunità, non solo la squadra del Club Universitario Santa Fè in cui l’atleta scomparso giocava. Una breve ricostruzione dei fatti non può far altro che confermare la drammatica e sconvolgente dinamica di una morte assurda e inspiegabile.