Le patologie croniche comuni delle società occidentali, come le patologie coronariche, il diabete mellito, il cancro, l’ipertensione, l’obesità, la demenza e le patologie allergiche sono influenzate in modo significativo dalle abitudini alimentari.
Il latte ed i suoi derivati sono elementi nutrizionali principali nella maggior parte delle società occidentali. Il consumo di latte e prodotti derivati è raccomandato dalla maggior parte delle società di nutrizione per i suoi benefici sull’uptake di calcio e sulla mineralizzazione delle ossa e come fonte di proteine nobili. Tuttavia sono stati trascurati gli effetti avversi a lungo termine del consumo di proteine del latte e derivati sulla salute umana. Viene presentata un’ipotesi che evidenzia che il consumo di proteine del latte è un essenziale fattore ambientale avverso che promuove la maggior parte delle patologie croniche delle società occidentali.
Il consumo di proteine del latte induce iperinsulinemia postprandiale e sposta l’asse ormone della crescita/fattore di crescita-1 insulino-simile (IGF-1) verso livelli sierici permanentemente elevati di IGF-1. Il segnale Insulina/ IGF-1 è coinvolto nella regolazione della crescita fetale, nella maturazione delle cellute T nel timo, nella crescita lineare, nella patogenesi dell’acne, nell’aterosclerosi, nel diabete mellito, nell’obesità, nel cancro e nelle patologie neurodegenerative, influendo così sulla maggior parte delle patologie croniche delle società occidentali. Di particolare interesse è la possibilità che l’assunzione di latte durante la gravidanza abbia un’influenza negativa sulla programmazione fetale precoce dell’asse IFG-1 che potrà influire sui rischi per la salute negli anni successivi. A rafforzare la presente ipotesi verrà fornita una raccolta di prove sugli effetti avversi del consumo di latte vaccino dalla vita fetale all’infanzia, adolescenza, età adulta e senescenza.
Melnik BC1.MILK—THE PROMOTER OF CHRONIC WESTERN DISEASES. Med Hypotheses. 2009 Jun;72(6):631-9. doi: 10.1016/j.mehy.2009.01.008. Epub 2009 Feb 15.
Ma soltanto a me sembra che stiano inventando un sacco di castronerie per coprire i danni da cacchini? Mia madre mangia prestissimo, beve caffè molto spesso e pure il latte e sta sempre sotto il sole, pure nelle ore più calde per giunta. Com’è che non è ancora morta? Ha 65 anni, eh. Non è mica gggiovane, eppure… E fa tutte cose che fanno male. Inspiegabile… Boh. Cos’è, highlander? Io non credo più a niente ormai. Che tristezza… Mah. Non ce la faccio più…
Ma se lo studio è del 2009 a quel tempo il vaccino contro il covid-19 o meglio il siero velenoso contro il virus inoffensivo, non esisteva ancora.
Dal Sito PubMed
L’acido linoleico coniugato con c9,t11, arricchito dal burro, riduce la progressione del cancro al seno in vivo.
L’acido linoleico coniugato c9,t11 (CLA), che è l’acido grasso polinsaturo minore (PUFA) naturalmente presente nel burro, ha guadagnato attenzione per il suo importante effetto preventivo contro il cancro al seno in vitro.
…
Nel frattempo, la dieta arricchita c9,t11-CLA può essere ulteriormente trasformata in alimenti funzionali per la prevenzione del cancro.
La domanda che sorge spontanea è:
MA GLI AMERICANI, DA DOVE CAXXO RICAVANO IL BURRO?
Dato che da noi lo si ottiene per semplice centrifugazione del latte.
Per cui se assumi latte ti provoca il cancro, mentre se ne ricavi burro te lo cura.
Metodo di produzione del burro
Per un chilo di burro sono necessari dai 21 ai 25 litri di latte. Il latte viene scisso in panna e latte scremato. Successivamente la panna viene sbattuta all’interno di una zangola, da cui si ricavano gli agglomerati di burro e il latticello. Tali agglomerati vengono lavati e amalgamati, per poi essere messi in forma.
Qualche domanda me la farei…