Shlomo Sand Nasce a Linz, Austria, da genitori giudeo-polacchi sopravvissuti all’Olocausto. I suoi genitori, di estrazione comunista e anti-imperialista, si rifiutarono di ricevere compensi dalla Germania per i loro trascorsi durante la seconda guerra mondiale. Sand passa i suoi primi anni in un campo profughi speciale, ed emigra con la famiglia a Giaffa nel 1948. Ora è professore di storia all’Università di Tel Aviv.
Nel 2010 pubblica l’invenzione del popolo ebraico un testo di successo che espone la tesi secondo la quale il popolo ebraico non è un popolo con una comune origine.
Questo libro esplora l’idea che il popolo ebraico non sia un’entità con un’origine comune e antica, ma piuttosto una costruzione sociale e politica relativamente recente. Sand argomenta che gran parte della popolazione ebraica mondiale non discenda dai tribù antiche di Israele, ma piuttosto da conversioni di massa avvenute in diverse epoche storiche. Il libro include un capitolo autobiografico dove Sand riflette sul suo percorso personale e professionale. Il titolo originale in inglese è “The Invention of the Jewish People”
Nel 2012 scrive “L’invenzione della Terra d’Israele: Dalla Terra Santa alla Patria” non ancora tradotto (The Invention of the Land of Israel: From Holy Land to Homeland).
In questo saggio, Sand esamina la storia del concetto della “Terra d’Israele”, analizzando come e quando questa idea sia stata creata e promossa. Sand sostiene che la trasformazione della Terra Santa in una patria nazionale per gli ebrei sia un’invenzione moderna piuttosto che un fatto storico antico. Il libro affronta questioni di identità nazionale e il conflitto israelo-palestinese. Questo testo non è ancora stato tradotto in italiano e il titolo originale è “The Invention of the Land of Israel: From Holy Land to Homeland”
Nel 2013 esce in Francia “Comment j’ai cessé d’être juif”, poi tradotto in italiano e pubblicato dalla Rizzoli, con il titolo “Come ho smesso di essere ebreo”.
Pubblicato originariamente in Francia con il titolo “Comment j’ai cessé d’être juif”, questo libro è stato poi tradotto in italiano e pubblicato da Rizzoli. In questo saggio, Sand discute il suo distacco dall’identità ebraica, esplorando le ragioni personali, filosofiche e storiche dietro questa scelta. Il libro offre una critica alle istituzioni ebraiche e al sionismo, mettendo in luce le contraddizioni e le questioni morali legate all’identità ebraica contemporanea
DESCRIZIONE
In gioventù, Shlomo Sand aveva fatto proprio l’impegno di Ilya Ehrenburg: avrebbe continuato a professarsi ebreo finché al mondo fosse rimasto anche un solo antisemita. Ma, forse proprio a causa dell’antisemitismo, l’identità ebraica ha subito una deformazione, è diventata una sorta di essenza eterna (perfino genetica, secondo gli scienziati sionisti) fino a trasformarsi nell’alibi per una politica aggressiva e autoritaria: così Israele è una democrazia che discrimina i suoi cittadini in base alla religione, visto che i non ebrei non godono degli stessi diritti degli ebrei, i matrimoni misti sono mal tollerati e la società è “una tra le più razziste del mondo occidentale”.
Come può allora “chi non è religioso ma umanista, democratico e dotato di un minimo di onestà, continuare a definirsi ebreo?” La risposta è un attacco al cuore di Israele, ma anche un incontro doloroso dell’autore con la propria storia, una riflessione profonda e culturalmente articolata sul senso di un’identità tormentata e sempre in bilico. Mettere in discussione i concetti chiave e le fondamenta del nostro sistema di pensiero è molto più difficile che orientarsi in base a pregiudizi e a frasi fatte, spiega Sand, ma è solo attraverso la voragine di dubbi e perplessità che si apre sotto i nostri piedi quando facciamo i conti con le logiche sotterranee del nostro passato che il futuro inizia a compiersi: “Sono figlio di ebrei sopravvissuti all’inferno europeo degli anni quaranta senza mai smettere di sognare una vita migliore”.
RECENSIONE di Giulio Rutigliano 07 gennaio 2014
Il titolo del libro secondo la mia opinione è fuorviante, perché Sand non ha smesso di essere ebreo ( è quasi impossibile rifondarsi annullando tutte le influenze culturali nelle quali viviamo) ma è diventato un ebreo laico con una apertura culturale occidentale perché dimostra di essersi liberato del bagaglio di ideologia medio-orientale presocratica ( anzi pre taletiana) che l’ortodossia ebraica porta con sé. Dichiara di non voler appartenere a nessun filone culturale nè cristiano, nè islamico e di aver fatto tutto il percorso che la tradizione ebraica impone ai suoi seguaci. E’ molto convincente quando mette in crisi alcuni miti ed alcune opportunità di business come quando felicemente dichiara che per la conquista della terra di Canaan del 1948 i sionisti si sono paludati della Bibbia come di un atto notarile scritto nella Storia tanti secoli fa e ancora oggi valido attestante la proprietà di quella terra assegnatagli da Dio. L’idea di Sand non è quella di espurgare dall’ebraismo i fanatismi e le intransigenze, ma quello di osservare il fenomeno con occhio di storico, quale egli è, per comprendere meglio quella che per noi occidentali laici è una incomprensibile e pervicace necessità di vivere e di progettare l’esistenza sulla base di usi, costumi, ricorrenze e tradizioni che oggi appaiono folkloristiche e deprivate di una spiritualità e di una mistica che si sia aggiornata nel tempo. La lettura del testo è agevole, la prosa scorrevole e la traduzione eccellente. Da consigliare.
https://www.ibs.it/come-ho-smesso-di-essere-libro-shlomo-sand/e/9788817067539
https://it.wikipedia.org/wiki/Shlomo_Sand