Alla fine della Seconda guerra mondiale, almeno 4 milioni di soldati tedeschi furono detenuti come prigionieri all’aperto, confinati in campi recintati dal filo spinato, ma privi di adeguata protezione, cibo e acqua. Questa situazione si verificò in Germania, nella zona occupata dagli americani, e perdurò per molti mesi dopo la cessazione delle ostilità. Gli Stati Uniti, che detenevano la responsabilità della gestione dei prigionieri di guerra, registrarono circa 750.000 decessi nei campi da prigionia, prevalentemente costituiti da soldati della Wehrmacht, ma inclusivi anche di donne, bambini e anziani, arresisi dopo l’8 maggio 1945.
Parallelamente, l’esercito francese ricevette circa 630.000 prigionieri tedeschi dagli americani per utilizzarli come manodopera nelle riparazioni postbelliche. Tuttavia, questi prigionieri furono sottoposti a condizioni estremamente avverse, con carenza di cibo e maltrattamenti, che portarono a stime di circa 250.000 morti tra di loro. Questi decessi sono stati classificati come “Altre Perdite”.
Per redigere questo testo, pubblicato per la prima volta alla fine degli anni Ottanta, l’autore ha condotto interviste a centinaia di ex prigionieri, guardie e ufficiali, raccogliendo migliaia di testimonianze e documenti provenienti dagli archivi di Parigi, Londra, Coblenza, Washington e Ottawa.
Nessuno tocchi caino?
Karma o regola di Archimede, mettila come vuoi mi dispiace solo che fra tutti loro sicuramente c’era più di qualcuno che non ha commesso crimini, al contrario i soliti potenti ufficiali assassini sono stati messi sotto protezione alla nasa.
Si perché l’ebreo vuole scorazzare con la lepre e al contempo stare con i segugi.