La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla morte di Stefania Maccioni, deceduta pochi giorni dopo aver ricevuto una dose di vaccino anti-Covid AstraZeneca.
Si allarga il fronte delle inchieste aperte da diverse Procure italiane a seguito di morti ritenute sospette e potenzialmente collegate alla somministrazione del vaccino anti-Covid AstraZeneca. Ultima in ordine di tempo è l’iniziativa del pm Giovanni Musarò, che ha aperto un fascicolo in relazione al decesso di Stefania Maccioni, un’insegnante di 51 anni della scuola media Salvo D’Acquisto di Cerveteri, nell’area Metropolitana di Roma, morta a pochi giorni di distanza dalla vaccinazione, effettuata con il trattamento prodotto dalla casa farmaceutica anglo-svedese presso il centro della Croce Rossa e Asl4 di Santa Severa.
L’apertura di un fascicolo è stata stabilita dalla Procura di Roma dopo che il fratello della donna, Luca Maccioni, aveva inoltrato una denuncia. Chi indaga ha disposto anche il sequestro della salma, per la quale verrà inoltrata una richiesta di esumazione: il corpo di Stefania è custodito nel deposito di Prima Porta, dove era in attesa della cremazione, dopo il funerale celebrato sabato. Sul corpo dell’insegnante verrà effettuata una nuova autopsia, volta a chiarire se possa esistere una correlazione tra la dose di vaccino iniettata a Stefania il 25 febbraio e il suo decesso, avvenuto il 9 marzo in seguito a una serie di malesseri: emicranie sempre più forti e dolori diffusi.