Oumuamua è un oggetto celeste che ha attirato l’attenzione degli astronomi nel 2017. È stato classificato come un “oggetto interstellare”, il primo ad essere osservato nel nostro sistema solare proveniente da regioni al di fuori di esso. Ecco perché Oumuamua è interessante:
- Origine interstellare: Oumuamua proviene da un’altra parte della galassia e questa è la prima volta che gli scienziati hanno identificato un oggetto in viaggio attraverso il sistema solare proveniente da oltre i suoi confini.
- Forma insolita: Oumuamua è apparso allungato e sottile, con un rapporto lunghezza/larghezza molto elevato. Questa forma insolita ha suscitato l’interesse degli astronomi, poiché molti oggetti nel sistema solare tendono ad avere forme più sferiche o ellittiche.
- Velocità e traiettoria: Oumuamua ha attraversato il sistema solare a una velocità insolitamente elevata, suggerendo che non è vincolato gravitazionalmente al Sole. La sua traiettoria è stata influenzata dalla forza di gravità del Sole e dei pianeti, ma in modo diverso rispetto agli oggetti locali.
- Variazioni di luminosità: Oumuamua ha mostrato variazioni di luminosità irregolari, che potrebbero essere attribuite a cambiamenti nella sua rotazione o alla presenza di materiale riflettente sulla sua superficie.
- Rapida accelerazione: È stato osservato che Oumuamua ha subito un’accelerazione non spiegata, oltre a quanto ci si aspetterebbe semplicemente a causa delle forze gravitazionali.
La natura esatta di Oumuamua è ancora un mistero, e molte delle sue caratteristiche insolite hanno generato ipotesi e dibattiti tra gli scienziati. Studiare oggetti interstellari come Oumuamua può fornire importanti informazioni sulla formazione e l’evoluzione dei sistemi planetari al di fuori del nostro sistema solare.
Avi Loeb, rinomato astrofisico presso l’Università di Harvard, è una figura di spicco nell’ambito dell’astronomia, riconosciuto per le sue ricerche pionieristiche su buchi neri, lampi gamma, l’universo primordiale e altri temi fondamentali della disciplina. Loeb è anche noto per non avere peli sulla lingua e negli ultimi anni, ha attirato l’attenzione per la sua posizione sulla ricerca di vita extraterrestre. Nel 2017, la scoperta di ‘Oumuamua, il primo oggetto interstellare mai osservato, ha portato Loeb a suggerire che potesse essere una sonda aliena anziché un oggetto naturale.
‘Oumuamua presentava caratteristiche insolite, come la forma allungata simile a un sigaro o una frittella e una luminosità dieci volte superiore a quella di altri oggetti del nostro sistema solare. Inoltre, accelerava in modo anomalo mentre si allontanava dal sole, senza mostrare segni di getti di gas tipici dei comete. Loeb ha ipotizzato che questa accelerazione potesse essere spiegata se ‘Oumuamua fosse in realtà una “vela leggera”, una sonda spinta dalla pressione della luce stellare.
Nel 2018, Loeb e il coautore Shmuel Bialy hanno pubblicato un articolo sostenendo che ‘Oumuamua potesse essere il primo contatto dell’umanità con un’artefatto di intelligenza extraterrestre.
Loeb ha ora portato la sua tesi al pubblico attraverso il libro “Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life beyond Earth”. Nell’intervista, Loeb discute del libro, della sua ipotesi e esprime preoccupazioni sulla crisi scientifica, criticando la motivazione egoistica di molti scienziati e la mancanza di attenzione all’evidenza empirica nella ricerca attuale.