Dopo la trasmissione di un servizio su Rai Tre riguardante il conflitto israelo-palestinese, la redazione di Report ha ricevuto minacce inquietanti.
“Vi dovreste vergognare per l’ignobile servizio anti Israele della scorsa settimana. Pulizia etnica da parte dell’esercito israeliano a Gaza!? La meritereste Voi, stile redazione di Charlie Hebdo”
Il conduttore del programma, Sigfrido Ranucci, ha denunciato pubblicamente le intimidazioni con un post su Facebook, descrivendo il clima di paura e violenza che si è abbattuto sulla squadra giornalistica. Le minacce, esplicitamente violente, facevano riferimento all’attacco terroristico al giornale Charlie Hebdo del 2015, augurando alla redazione lo stesso destino dei giornlisti del celebre settimanale satirico francese.
Charlie Hebdo è diventata particolarmente famosa nel 2015, quando due uomini armati con fucili d’assalto kalashnikov fece irruzione nei locali della sede del giornale durante la riunione settimanale di redazione, sparando sui presenti e uccidendo 12 persone, tra cui il direttore Stéphane Charbonnier e altri membri del team di redazione. L’attacco è stato motivato dalla pubblicazione di vignette sul profeta Maometto, che avevano suscitato reazioni violente da parte di alcuni gruppi islamisti. Alcuni esperti come Thierry Meyssan, giornalista e analista francese, Jean Bricmont, intellettuale belga e William Engdahl, analista geopolitico, hanno sollevato dubbi e teorie alternative sull’attacco al Charlie Hebdo, incluso l’ipotesi di una “falsa bandiera”. Alcuni di questi esperti hanno fatto riferimento a incongruenze nelle informazioni diffuse subito dopo l’attacco o nella dinamica dell’operazione, suggerendo che ci fosse una manipolazione o un coinvolgimento di forze interne.
Il messaggio allude al servizio di Report realizzato dal giornalista Giorgio Mottola, che ha trattato in modo approfondito la questione della “pulizia etnica” a Gaza da parte dell’esercito israeliano, un tema estremamente delicato che ha suscitato forti reazioni. Il messaggio minaccioso, che augurava lo stesso destino tragico dei giornalisti di Charlie Hebdo, è stato segnalato alle forze dell’ordine da parte di Ranucci, che ha dichiarato di trovarsi già sotto scorta a causa di minacce precedenti.
Le minacce non hanno tardato a scatenare una serie di dichiarazioni di solidarietà, tra cui quelle di esponenti politici e istituzionali. La presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, ha espresso la sua vicinanza a Ranucci e alla sua squadra, definendo inaccettabili le minacce.
La solidarietà alla redazione di Report è apparsa fondamentale non solo come supporto immediato, ma anche come monito contro la crescente intolleranza nei confronti della stampa indipendente.
In un clima politico e sociale sempre più teso, queste minacce non sono un fatto isolato. Esse si inseriscono in un contesto di aggressioni verbali e fisiche sempre più frequenti nei confronti dei giornalisti che osano trattare temi scottanti come quelli che riguardano il genocidio in corso in Palestina. La libertà di stampa, un principio cardine della democrazia, è sotto attacco, e la risposta a questi attacchi deve essere unanime e ferma.
Le minacce contro i giornalisti non solo mettono in pericolo la sicurezza degli individui, ma danneggiano anche la possibilità di un’informazione libera, necessaria per una cittadinanza consapevole. È essenziale che le istituzioni, la politica e la società civile si uniscano per contrastare ogni tentativo di intimidazione verso chi svolge la fondamentale funzione di fare luce su verità scomode.