L’ alta percentuale di individui nella popolazione che non ha sviluppato i sintomi di Covid-19 può essere spiegata dall’immunità crociata con altri coronavirus.
La cross-immunità, nota anche come immunità crociata, si riferisce alla situazione in cui l’esposizione a un patogeno (come un virus o un batterio) procura un certo livello di protezione contro un patogeno correlato o simile. In altre parole, quando il sistema immunitario sviluppa una risposta immunitaria contro un particolare patogeno, può anche fornire una qualche forma di protezione contro patogeni strettamente correlati.
Un esempio di cross-immunità è quando una persona che ha contratto una determinata infezione sviluppa un livello di protezione contro un ceppo simile dello stesso virus. Alcuni virus, come quelli dell’influenza, possono mutare rapidamente e cambiare leggermente nel tempo. Tuttavia, le mutazioni possono essere abbastanza simili a quelle dei ceppi precedenti, e quindi il sistema immunitario può riconoscere e rispondere anche a questi nuovi ceppi grazie alla memoria immunitaria acquisita dalla precedente infezione.
Durante l’epidemia di SARS-CoV nel 2003, emerse il concetto di cross-immunità o immunità crociata tra coronavirus correlati. Questo concetto fu oggetto di discussione nel 2004 (Gioia 2004). Recentemente, altri tre studi scientifici sulla reattività cellulare al COVID-19 in pazienti che avevano sviluppato forme moderate o gravi della malattia (Braun, Grifoni, Le Bert 2020), hanno portato a credere che possa esistere una cross-immunità tra il virus del raffreddore comune e il COVID-19, un immunità che è diretta contro gli antigeni comuni a tutti i coronavirus e non contro gli antigeni specifici del COVID-19.
Questi antigeni comuni si trovano sulle proteine strutturali N, M e Spike e anche sulle proteine non strutturali (compresi gli enzimi di replicazione dell’RNA virale).
In altre parole, l’esposizione a ceppi precedenti di coronavirus può fornire una certa protezione o aiutare a mitigare la gravità delle infezioni da COVID-19. Tuttavia, è importante sottolineare che la cross-immunità può variare da persona a persona e dipendere da vari fattori, comprese le caratteristiche specifiche del sistema immunitario individuale.
Tale immunità crociata potrebbe spiegare l’alta percentuale di pazienti asintomatici da Covid-19 nella popolazione.