“Non possiamo accettare che il nostro partner americano ci venda il suo GNL a un prezzo quattro volte superiore a quello che vende agli industriali americani”.
Lo ha affermato il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, intervenendo davanti all’Assemblea nazionale a Parigi, aggiungendo che
“la guerra in Ucraina non deve portare al dominio economico americano e all’indebolimento dell’Unione Europea”.
Di fronte alle conseguenze della guerra in Ucraina, alle tensioni con la Russia e agli scioperi nelle raffinerie francesi, Le Maire ha spiegato che “un indebolimento economico dell’Europa non è nell’interesse degli Stati Uniti e per farlo dobbiamo trovare un equilibrio economico relazioni tra i nostri alleati americani e il continente europeo”.
Il sindaco è alle prese con la situazione caotica in Francia a causa dello sciopero della raffineria e problemi con la produzione di energia elettrica dovuti alle difficoltà di diverse centrali nucleari. La crisi energetica sta costringendo anche l’Europa a rivedere la sua strategia. Al vertice Ue della scorsa settimana a Praga, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato di un’alleanza Ue con Giappone e Corea del Sud per evitare una corsa al vertice con i produttori di gas alternativi alla Russia. E aveva auspicato l’apertura di trattative con Stati Uniti, Canada e Norvegia per abbassare i prezzi dei nuovi contratti.
Secondo un rapporto Refinitiv citato da Reuters nella prima metà del 2022, gli Stati Uniti avrebbero inviato in Europa il 68% delle proprie esportazioni di gas liquido, per un totale di 39 miliardi di metri cubi di metano da rigassificare, sottraendo all’Asia e America Latina. A inizio luglio Reuters ha riportato prezzi medi di 34 dollari per milione di unità termiche britanniche (mmBtu) contro i 30 dell’Asia e 6,12 dollari del gas americano.
I prezzi del gas Gnl americano sono raddoppiati rispetto al 2021. In estate sono ulteriormente aumentati fino al livello folle di quasi 60 dollari per mmBtu in Europa. Sempre secondo Refinitiv, a settembre – dopo un parziale calo estivo – i flussi verso l’Europa sono ripartiti su livelli molto elevati. A un prezzo comunque di 57,8 dollari nel Vecchio Continente e di solo 8 dollari negli Stati Uniti.