Andrea Crisanti, virologo e docente di Microbiologia all’Università di Padova, ha espresso una forte critica alle aziende farmaceutiche Pfizer e Moderna in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera. Crisanti è particolarmente adirato con queste aziende per il modo in cui hanno gestito la comunicazione riguardante i vaccini contro il COVID-19.
Nella sua lettera, Crisanti accusa Pfizer e Moderna di aver fatto ampio uso di finanziamenti pubblici per lo sviluppo dei vaccini, ma di aver poi omesso di rendere pubblici i dati della fase 3 delle sperimentazioni. Secondo Crisanti, le aziende hanno preferito fare proclami pubblicitari destinati ai mercati finanziari piuttosto che fornire informazioni concrete alla comunità scientifica e alle autorità sanitarie. Questo approccio, sostiene Crisanti, ha contribuito a una mancanza di trasparenza e ha sollevato dubbi sul reale valore e sulla sicurezza dei vaccini.
Crisanti critica anche l’operato di alcuni esperti e autorità sanitarie. Menziona specificamente Matteo Bassetti, il quale aveva dichiarato che il virus era scomparso e aveva dato il via libera a misure meno restrittive, sottolineando quanto le sue previsioni si siano rivelate errate. Inoltre, esprime insoddisfazione nei confronti del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), che, a suo dire, ha fallito nel proteggere la popolazione, portando a un aumento dei contagi e dei decessi.
In merito alla vaccinazione, Crisanti chiarisce di aver affermato in una recente intervista che non si vaccinerà fino a quando i dati di efficacia e sicurezza non saranno resi disponibili in modo trasparente.
“In una recente intervista a Focus Life, in risposta alla domanda se mi sarei vaccinato a gennaio, ho affermato che non lo avrei fatto fino a che i dati di efficacia e sicurezza non fossero stati messi a disposizione sia della comunità scientifica sia delle autorità che ne regolano la distribuzione. Ho formulato un concetto di buon senso che non esprimeva alcun giudizio negativo sulla bontà del vaccino,” spiega Crisanti nella lettera pubblicata sul Corriere della Sera, criticando la “modalità con cui le aziende produttrici hanno comunicato i risultati raggiunti senza accompagnarli ad una adeguata informazione almeno per quanto riguarda la Fase 3”.
Infine, Crisanti si rivolge ai sostenitori dell’ortodossia scientifica, che considerano il vaccino come una sorta di dogma, e afferma che la scienza si basa sul dubbio e sul confronto critico, non su una fede cieca. L’invito di Crisanti è a mantenere un atteggiamento critico e a garantire che tutte le informazioni rilevanti siano accessibili e valutabili, per assicurare la massima trasparenza e sicurezza nella gestione della pandemia.