«Il Green Pass è uno strumento politico, non uno strumento di sanità pubblica», ha dichiarato, lo scorso 8 febbraio, alla trasmissione Di Martedì (La7), il dottor Francesco Broccolo, professore associato in Microbiologia e Microbiologia clinica dell’Università Bicocca di Milano. Ha spiegato che: «Il decreto ministeriale dell’anno scorso diceva che chi era guarito doveva fare una sola dose di vaccino entro 12 mesi. Poi si è introdotto il Super Green Pass la cui durata è passata da 12 a 9 mesi e poi da 9 a 6 mesi, quindi è iniziata la confusione», che ha spinto molti a fare il richiamo anche se ancora con titoli anticorpali alti, solo per non far scadere il Green Pass.
Ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica (Rete4), Broccolo aveva anche espresso molte perplessità sulla vaccinazione ai bambini dai 5 a 11 anni: «basare tutta la vaccinazione sul pericolo di sviluppare la MIS-C o per il probabile long Covid che ad oggi, nei bambini, secondo quanto pubblicato su Nature, non sembra essere un’evidenza ancora chiara». In meno di 24 ore, la sua università si è dissociata dalle dichiarazioni del professore. Affidando il suo commento pubblico a Twitter: «Le opinioni espresse dal dottor Broccolo non rappresentano il pensiero dell’istituzione. Nostre ulteriori azioni e considerazioni a riguardo saranno tenute al di fuori del contesto social. Grazie della comprensione». CoScienze Critiche, associazione di professori contrari al Green Pass e in difesa di un dibattito accademico libero, ha pubblicato una nota in difesa del professore che qui riportiamo integralmente.
Ci sembra ragionevole auspicare che un Ateneo, per di più statale, sia esemplare in onestà intellettuale, in razionalità e in correttezza.
Nel leggere queste frasi ci chiediamo: l’Università non dovrebbe essere quell’istituzione in cui si esercita il pensiero critico, il confronto scientifico, la verifica delle asserzioni del potere? Non è il luogo di formazione dei giovani, di acquisizione di conoscenze e competenze che valorizzino l’autonomia di giudizio? Se all’interno dell’Università vi sono posizioni diverse rispetto a un determinato tema, come in questo caso, non dovrebbe ciò essere accolto con favore, come naturale esplicitazione del ruolo e dei fini di un Ateneo ai sensi dell’evidentemente vituperato articolo 33 della Costituzione “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”?
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questa Università favorisce la cultura del tacere ,occultare e reprimere
il governo usa la buonafede dei cittadini a digiuno di cultura istituzionale.
Li attira con inganno in premi app e bonus che poi rinnegherà come
fa da tanto tempo. Prima bastava una dosa, poi due, ora tre altrimenti
sei un pessimo cittadino, infine si parla di una quarta dose in autunno.
E chiaramente il green pass rimane……..
ma se i no vax come li definisce resistono devono morire, rischiando
di svegliare i dormienti connazionali.