Ogni anno in Italia abbiamo non solo l’influenza ma anche le sindromi con sintomi simili a quelle dell’influenza che causano più morti dell’influenza.
Mal di gola, raffreddore, bronchiti, riniti, polmoniti: spesso nelle prime fasi di queste malattie si pensa all’arrivo dell’influenza. Invece, nonostante i sintomi siano molto simili, siamo di fronte a una serie di sindromi simili a quelle influenzali, provocate da altri virus.
– Sindromi influenzali (Ortomixovirus) (manifestazioni acute, con sintomi generali e respiratori.
– Sindromi Simil-influenzali (250 virus differenti, i più frequenti adenovirus e enterovirus) (febbre, dolori alle articolazioni, brividi, mal di testa.)
– Sindromi Para-influenzali (paramyxovirus) (Quadro caratterizzato di sintomi simuli a quelli dell’influenza: febbre, dolori alle articolazioni, brividi, mal di testa.
– Raffreddore comune – Probabilmente la malattia più diffusa e conosciuta al mondo, il raffreddore è solitamente più leggero rispetto alle precedenti sindromi, con sintomi che durano una o due settimane. Sono più di duecento i ceppi virali che causano il raffreddore. Alcuni, come i rhinovirus, causa del 30-35 per cento dei raffreddori, raramente causano malattie più serie. Altri come il virus SRV e il PIV, possono invece dare sindromi più serie, soprattutto nei bambini.
In generale, i sintomi del raffreddore iniziano due o tre giorni dopo l’infezione, e comportano l’ostruzione delle vie respiratorie, la produzione abbondante di muco (‘naso che cola’), l’infiammazione delle membrane sinudali, starnuti, mal di gola, tosse e mal di testa. Se i sintomi permangono più a lungo potrebbero derivare da altra causa, come ad esempio un’allergia, piuttosto che da un raffreddore comune.
Un’altra percentuale di raffreddori viene causata dai coronavirus, che agiscono soprattutto in inverno e inizio primavera. Solo tre o quattro degli oltre trenta ceppi conosciuti infettano gli esseri umani. Un altro 15% dei raffreddori è dovuto ad altri virus che sono responsabili anche di altre malattie più severe: adenovirus, coxsackievirus, echovirus, orthomyxovirus (inclusi i virus A e B dell’influenza normale, paramyxovirus, virus respiratorio sinciziale e enterovirus. Recentemente, è stato isolato sui bambini un nuovo tipo di virus chiamato pneumovirus, il cui impatto relativo non è ancora ben caratterizzato, anche se una serie di studi indicano che ha una diffusione mondiale e che è presente come patogeno umano da almeno cinquant’anni.
Nel 30% dei casi l’agente che causa il raffreddore rimane non identificato, anche se si presume che sia di origine virale.
A volte, il raffreddore si combina con altre infezioni secondarie di origine batterica. In questo caso la febbre può salire, le ghiandole si infiammano significativamente, si hanno attacchi di sinusite e una tosse con produzione di muco, sintomi che indicano una condizione più seria e l’opportunità di rivolgersi a un medico per un trattamento eventuale con antibiotici.
Tutte queste malattie, di origine virale ma a volte associate anche infezioni batteriche e fungine, non sono coperte dal vaccino influenzale preparato di anno in anno specificamente per l’influenza causata da Orthomixovirus del tipo A e B.
E da novembre a marzo potrebbero essere tutte scambiate per COVID-19